Il vino nelle grandi pellicole del cinema
Da Marcellino pane e vino degli anni 50 al più recente Vinodentro del 2014, il vino ha conquistato un ruolo sempre più importante nella storia del cinema: da semplice comparsa a perno centrale delle loro complesse trame, fino a diventare oggi una vera e propria star.
Significativa la presenza della sfarzosa bottiglia di Château Lafite in L’anno della cometa, l’oggetto del desiderio attorno a cui ruota l’intero plot e le azioni dei protagonisti; più sottile invece la presenza del Chianti nel cruento Hannibal Lecter .
Con i piedi di piombo, il vino si fa sempre più spazio in film più classici: ne Le invasioni barbariche i protagonisti brindano con il Brunello di Montalcino (Banfi), lo stesso ad essere richiamato nel comico film toscano Bagnomaria .
Siamo in Toscana dunque, dove il vino costituisce un elemento simbolico della cultura e della tradizione regionale: dal Chianti all’area di Montalcino, dalla zona costiera alla Maremma, le cantine diventano location principali per la scenografia di noti film .....
I vini toscani compaiono anche in Sideways, dove l’ambientazione di Santa Barbara diventa scenario di alcune varietà italiane come il Sangiovese, vitigno principe alla base del Chianti Classico.
Un discorso a sé merita lo champagne, la bollicina simbolo di lusso e ricchezza, che ha conquistato, negli anni, la stima delle più grandi star holliwoodiane diventando protagonista nelle più grandi pellicole americane.
Nei lontani anni Quaranta, in Casablanca fa una delle sue prime apparizioni lo Champagne Mumm e il Veuve Clicquot, con i celebri attori Humphrey Bogart e Ingrid Brergman, e lo stesso champagne diventa icona del film Fandango, con la nota etichetta firmata Dom Perignon. E proprio lui, insieme a Bollinger, diventano le bottiglie più amate dall’agente segreto più ammirato d’America: James Bond, è solito ordinare un’annata specifica, come nel caso de La spia che mi amava, in cui recita “Un uomo che beve Dom Perignon del ‘52 non può essere tanto male“, espressione della suo grande debole per le bollicine francesi.
E infine, come non ricordare, Four Rooms di Quentin Tarantino, il film in cui, lo stesso regista, nel suo monologo elogia la cuvée de prestige Cristal, lo hampagne d’eccellenza, con la celebre citazione "io odio lo champagne, ma il Cristal lo adoro".