La storia enologica dell’Argentina affonda le sue radici oltre 400 anni fa, quando nel 1541 venne coltivata la prima vite spagnola, con le prime Missioni dei Gesuiti, nei pressi della Costa Atlantica e lungo il Rio de la Plata, nella parte orientale del Paese. Per molto tempo l’uva più coltivata è stata la Criolla d’origine spagnola. Solo con le migrazioni cominciate nel corso del XIX secolo, arrivarono nel nuovo continente molti vitigni francesi, spagnoli e italiani, che cambiarono il volto della viticoltura argentina. Tra le nuove varietà, una in particolare si è rivelata particolarmente adatta al clima e ai terreni: Il malbec. Una varietà originaria del sud-ovest della Francia, nata da un incrocio spontaneo tra il prunelard e la magdaleine noir de Charentes, ancora oggi coltivata nell’area di Cahors e in piccole percentuali a Bordeaux. Altri vitigni che si sono ben acclimatati sono stati i rossi cabernet sauvignon, merlot, tempranillo, syrah, croatina e i bianchi torrontés, chardonnay, sauvignon blanc, chenin blanc, moscato, palomino e pedro ximenez. Circa l’80% del vigneto argentino è dedicato alle uve a bacca rossa e tra queste il malbec la fa da padrone indiscusso, tanto da essere diventato il vitigno simbolo del Paese.
La zona più famosa per la coltivazione della vite è l’area di Mendoza, che si trova nella parte centrale dell’Argentina al confine con il Cile. Le vigne sono coltivate tra i 600 e i 1200 metri d’altitudine, su terreni costituiti da depositi alluvionali, ricchi di ciottoli e sabbie d’origine vulcanica, che rendono i suoli molto permeabili e ricchi di sostanze minerali. Sono particolarmente pregiati i vini che provengono dalle zone di Maipù e dalla Valle di Uco, famose per vini eleganti, freschi e raffinati. Il malbec regala rossi strutturati, con intensi aromi di prugna e frutta a bacca scura. Il sorso è ricco, maturo e concentrato, con tannini fitti e una freschezza sempre equilibrata. Armonioso è persistente, è un rosso che si abbina molto bene a carni alla brace o ad arrosti di carni rosse. Oltre alle zone di San Juan e La Rioja, una zona molto interessante è la regione di Salta, situata a nord del Paese. Qui le vigne salgono sui versanti andini oltre i 1500 metri, in un clima freddo e con forti escursioni termiche. È una delle aree più vocate per la coltivazione delle uve a bacca bianca: chardonnay, sauvignon blanc, ma soprattutto torrontes, che a Salta si esprime su alti livelli qualitativi. Altra terra che si sta rivelando molto adatta alla viticoltura è la Patagonia, soprattutto la regione del Rio Negro. In quest’area il clima e spesso secco e arido, con notevoli escursioni termiche tra le temperature del giorno e della notte. I terreni sono di natura alluvionale o pietrosi e ricchi di scheletro, molto poveri e drenanti. Grazie a queste particolari caratteristiche pedoclimatiche, la Patagonia si sta rivelando una terra molto adatta alla coltivazione delle uve a bacca bianca, non solo per produrre vini fermi ma anche per realizzare interessanti spumanti elaborati con il Metodo Classico.