Il vitigno noto come "Friulano", in passato era identificato come "Tocai". Tuttavia, una sentenza della Corte di giustizia Europea nel 2005 ha imposto la rinuncia a tale denominazione per prevenire confusione con il Tokaji, il vino ungherese derivato dal vitigno Furmint. Originariamente chiamato "Sauvignonasse", il Friulano è una varietà francese proveniente dalla regione di Bordeaux, introdotta in Italia nel diciannovesimo secolo.

Il vino prodotto da questo vitigno è apprezzato per il suo corpo robusto e la sua struttura armoniosa. Si caratterizza per i suoi aromi delicati di fiori e frutta, che sfumano in un retrogusto leggermente ammandorlato. Oggi, il friulano è coltivato prevalentemente nella regione del Friuli Venezia Giulia e, in misura minore, in alcune aree del Veneto.

Il vitigno friulano è emblematico della regione del Friuli Venezia Giulia, una delle aree più rinomate per la produzione di vini bianchi di alta qualità in Italia. Questo vitigno trova nel Friuli un habitat ideale grazie al clima fresco e ventilato e ai terreni ben drenati della regione, che variano da calcarei e argillosi, contribuendo a conferire al vino caratteristiche uniche e distintive. In particolare è coltivato nelle zone del Collio, situato al confine con la Slovenia, dei Colli Orientali del Friuli, che si estende sulle colline orientali di Udine, con terreni composti da marne e arenarie, nell'Isonzo, zona che beneficia di depositi alluvionali ricchi di minerali che arricchiscono il terroir e il Grave del Friuli, caratterizzata da vasti depositi di ghiaia ("grave").

Oltre a queste principali aree, piccole quantità di friulano sono coltivate anche in alcune zone del Veneto, aggiungendo diversità al panorama vitivinicolo di queste regioni.