Nino Franco è tra i nomi più noti del Prosecco di Valdobbiadene. Una famiglia di "artigiani del Prosecco" che ha compreso quanto il Prosecco potesse essere sottovalutato in termini di potenziale qualitativo e ha deciso di dimostrare quanto invece fosse uno spumante di riferimento per il panorama italiano. La scelta di realizzare vini da piccolissime parcelle in cui erano state messe a dimora vecchissime piante di Glera, in un terreno fertile filtrato nelle insenature di uno strato roccioso di dolomite rosa in cui si insinuano le radici, ha portato il mondo a ricredersi sul Prosecco che oggi assicura un prodotto molto apprezzato per il consumo fresco, giovane, di facile beva, per ogni momento della giornata.

I risultati migliori sono stati ottenuti da una minuziosa selezione delle uve provenienti da selezionati vigneti, a partire dalla Riva di San Floriano, chiamato così per la pendenza dello stesso vigneto, dalla collina su cui insiste il clos Grave di Stecca, un vigneto dalle origini molto antiche che meglio di qualunque altro può raccontare la storia del Prosecco, o ancora dal Col del Vent, un luogo romantico caratterizzato dalla benefica presenza del vento. La scelta di produrre Prosecco a dosaggio Brut, anziché il tradizionale Extra Dry, non è stata immune da critiche e obiezioni ma la risposta più appropriata è quella che si trova nella sofisticata qualità di questi prosecco.