Muscazega
Degusta il "Nebiolo" sardo
Nebiolo con una sola “b”: non un errore ortografico, bensì il nome con cui gli abitanti di Luras, piccolo centro del sassarese in cui il Nebbiolo ha trovato un terreno propizio per la sua crescita, difendono l’identità di questa particolare “versione” del vitigno più tipico delle Langhe e del suo vino; nome che peraltro si trova in alcuni documenti storici piemontesi risalenti al 1200. Tra i massimi interpreti di questo Nebbiolo così particolare, che unisce al carattere caldo e austero della controparte piemontese gli aromi distintivi di macchia mediterranea tipici del terroir sardo, vi è senz’altro la Tenuta Muscazega (in sardo “ mosca cieca”) che nel paesaggio incontaminato e ricco di colore dei Colli del Limbara, attorno ad uno dei caratteristici “stazzi”, fabbricati rurali di un incanto ineffabile nella loro semplicità e rusticità, danno vita a vini genuinamente figli del territorio e della cultura lurese.
L’azienda produce due Nebbiolo IGT, di cui uno più puro, il Disizu, che non fa legno, il cui colore dell’etichetta richiama il rosso carminio dello stesso vino, dal palato gentile, e il Lunas (4 Stelle per la guida Vinibuoni d’Italia 2018), che sosta per più di un anno in barrique di rovere francese, guadagnando in complessità e longevità. Per finire, un Vermentino di Gallura Superiore, il Nughes, con un profumo che richiama il miele caldo e il ginepro, contraddistinto da una lieve nota salmastra finale; in etichetta è riprodotta un’opera della titolare, Laura Carmina, la quale prima di dedicarsi al vino ha avuto un passato da pittrice.
L’azienda produce due Nebbiolo IGT, di cui uno più puro, il Disizu, che non fa legno, il cui colore dell’etichetta richiama il rosso carminio dello stesso vino, dal palato gentile, e il Lunas (4 Stelle per la guida Vinibuoni d’Italia 2018), che sosta per più di un anno in barrique di rovere francese, guadagnando in complessità e longevità. Per finire, un Vermentino di Gallura Superiore, il Nughes, con un profumo che richiama il miele caldo e il ginepro, contraddistinto da una lieve nota salmastra finale; in etichetta è riprodotta un’opera della titolare, Laura Carmina, la quale prima di dedicarsi al vino ha avuto un passato da pittrice.