Spesso ci si avvicina allo Champagne con un certo timore reverenziale, intimiditi dalla sua allure e dal suo fascino. Nel corso della sua lunga storia, ha attraversato guerre e
vicissitudini varie, consolidando nei secoli la sua immagine legata in modo indissolubile ai
momenti di festa.
Ma lo Champagne è innanzitutto un grande vino. Dobbiamo considerarlo come tutte le eccellenze dell’enologia mondiale, conoscerne le differenze espressive, le caratteristiche gustative, le zone di produzione, le diverse cuvée, gli stili dei vari produttori, così come siamo soliti fare quando parliamo dei vini di Bordeaux o della Borgogna. Solo in questo modo saremo in grado di scegliere con consapevolezza le singole etichette e apprezzare al meglio il momento in cui godersi una buona bottiglia.
La regione della Champagne si può dividere in quattro grandi macro-aree: Montagne de
Reims, Vallée de la Marne, Côte des Blancs/Côte de Sézanne e Côte des Bar.
Se vogliamo scendere più in dettaglio, possiamo dire che la zona della Montagne de Reims è caratterizzata da terreni con marne e strati di gesso profondo; l’area della Côte des Blancs con la vicina Côte de Sézanne presenta terre più chiare e gessi affioranti; la Vallée de la Marne ha terreni misti con marne argillo-calcaree e presenza di sabbie; la zona della Côte des Bar presenta suoli caratterizzati da marne argillo-calcaree.
Ogni zona della Champagne, in base alle caratteristiche del suolo, si è rivelata nel corso dei secoli particolarmente vocata per la coltivazione di alcune varietà di uve. In Champagne è ammessa la coltivazione solo di Pinot Noir, Pinot Meunier, Chardonnay e di altri vitigni
minori, come l’Arbanne, il Petit Meslier, il Pinot Blanc e il Pinot Gris, che oggi rappresentano insieme solo lo 0,3% del totale. Il Pinot Nero copre circa il 38% del vigneto della Champagne ed è coltivato soprattutto nelle zone della Montagne de Reims e della Côte des Bar. Il Pinot Meunier (31%) è il vitigno principe della Vallée de la Marne. Lo
Chardonnay (31%) è il vitigno più coltivato sui terreni gessosi della Côte des Blancs e della
Côte de Sézanne.
Territorio
L’area di produzione del AOC Champagne si estende su una superficie complessiva di
circa 34.000 ettari, per una produzione annua che supera i 300 milioni di bottiglie.
Al suo interno troviamo 17 Village Grand Cru e 44 Premier Cru.
Il territorio della Champagne trova le sue antiche origini geologiche nell’affioramento di un fondale marino. I profondi strati gessosi presenti nel sottosuolo sono costituiti dalla sedimentazione di scheletri calcarei di molluschi e micro organismi marini. Si tratta di suoli molto drenanti, ma che trattengono l’umidità negli strati più profondi. Questa caratteristica consente di avere terreni sempre asciutti in superficie e di poter contare su una riserva idrica disponibile per le profonde radici delle piante nei periodi di siccità. Una situazione di perfetto equilibrio vegetativo per la vite.
Il Clima
Il territorio della Champagne è costituito da valli e rilievi, spesso con pendenze piuttosto
ripide. Le vigne sono coltivate in una fascia collinare che va dai 100 ai 300 metri
d’altitudine, con esposizioni soleggiate orientate verso sud o sud-est. La Champagne si
trova sulla linea del 49° parallelo, una latitudine che rappresenta il confine nord per la
coltivazione della vite e le ore di sole sono preziose per portare a compimento il ciclo di
maturazione delle uve.
Il clima è prevalentemente continentale, con inverni molto rigidi ed estati abbastanza calde. Non sono infrequenti le gelate primaverili, che possono creare gravi danni ai giovani germogli delle piante, così come temporali con grandine durante i mesi estivi. Tuttavia, le temperature estreme sono mitigate dall’influsso del vicino oceano, che contribuisce ad addolcire un po’ il clima e a garantire il giusto apporto di umidità e di piogge.
Spesso si parla di Champagne facendo riferimento in modo generico a un vino. In realtà il mondo di questa straordinaria eccellenza dell’enologia francese è molto complesso e
articolato. Quando si parla di Champagne ci si deve ricordare che si fa sempre riferimento
alla pratica dell’assemblage, una vera arte demandata allo Chef de Cave.
Sans année, Millesimati e Cuvée Vintage:
Alla base della produzione di uno Champagne ci sono i famosi vins clairs, vinificati
separatamente per ogni singola parcella. Per gli Champagne non millesimati, ai vini base
si possono aggiungere anche i vini di riserva di annate precedenti. Si può arrivare
tranquillamente ad avere a disposizione qualche centinaio di vini diversi per zone di
provenienza, vitigni, caratteristiche aromatiche e grado di evoluzione. Infinite tessere di un
mosaico con cui creare il vino finale. Un lavoro che presuppone una profonda conoscenza
enologica, una memoria gustativa e sensoriale fuori dal comune. Come un direttore
d‘orchestra, che deve far suonare insieme tutti gli strumenti, lo Chef de Cave deve
decidere l’assemblage definitivo per creare un vino che sia armoniosa somma dei vini
base. Deve possedere anche la dote di immaginare l’evoluzione della cuvée nel tempo,
sapendo che raggiungerà il suo apice espressivo solo dopo alcuni anni di affinamento sui
lieviti. Una capacità visionaria e quasi profetica, che si può acquisire solo con una lunga
esperienza sul campo.
Proprio degustando e valutando i vins clairs, lo Chef de Cave decide anche se l’annata esprime dei vini così equilibrati da potere realizzare un Millesimato. Il clima estremo della Champagne non fornisce tutti gli anni vini adatti a produrre Millesimati di qualità. A parte le grandi Maison, che possono scegliere e mediare tra uve provenienti da molte zone della regione, per i piccoli produttori il Millesimato è un’eccezione da produrre solo 5/6 volte in un decennio. La gran parte degli Champagne in commercio sono dei sans année, realizzati con un sapiente assemblage di vini d’annata e vini di riserva gelosamente custoditi nelle cantine delle Maison.
Anche molte prestigiose Cuvée Vintage e Cuvée Prestige nascono dall’assemblaggio dei migliori vini di annate diverse.
Blanc de Blancs, Blanc de Noirs e Rosé:
L’assemblage più tradizionale dello Champagne delle grandi Maison spesso prevede
percentuali simili di Pinot Noir, Pinot Meunier e Chardonnay.
Il Pinot Noir conferisce note di frutti di bosco, struttura e potenza; il Pinot Meunier morbidezza, rotondità, aromi fruttati maturi e prontezza gustativa; lo Chardonnay finezza, eleganza, note floreali, agrumate, potenziale d’invecchiamento e di evoluzione.
Tuttavia non mancano assemblaggi diversi, soprattutto nel caso di piccoli produttori, che hanno le vigne in una sola zona. Possiamo parlare di Blanc de Blancs, quando uno Champagne è prodotto con sole uve bianche, di Blanc de Noirs se prodotto con sole uve a bacca rossa, di Rosé se c’è una leggera sosta sulle bucce o l’aggiunta di una piccola percentuale di vino rosso. Vi sono Champagne mono-cépage, prodotti con un solo vitigno in purezza come Chardonnay, Pinot Noir, Pinot Meunier, così come esistono Champagne mono-cru, prodotti con uve provenienti da un solo Village, che esprimono in modo emblematico le caratteristiche peculiari di un piccolo e pregiato terroir.
Abbinamenti gastronomici
Lo Champagne non è solo per le grandi occasioni, le feste e gli anniversari, è anche un ottimo vino per abbinamenti gastronomici. I diversi assemblage, dosaggi e periodi di affinamento, offrono una vasta gamma di tipologie, che lo rendono estremamente duttile a
tavola.
Le cuvée più semplici, con affinamenti sui lieviti abbastanza brevi, saranno perfette per il
momento dell’aperitivo o per degli antipasti leggeri e delicati, in particolare a base di
pesce.
Gli Extra Brut e i Pas Dosé sono ottimi per accompagnare i crostacei e il caviale.
Con le ostriche, invece, meglio seguire l’abbinamento territoriale con un classico Muscadet de Sèvre-et-Maine.
Grazie alla loro intatta freschezza, accompagnata da una buona struttura e persistenza, gli Champagne Millesimati sono perfetti per accompagnare primi piatti, in particolare paste e risotti di mare o secondi piatti a base di pesce al forno o in salsa.
Le Cuvée Vintage, che grazie a lunghi affinamenti sui lieviti possiedono profondità aromatica e lunghezza gustativa, si possono abbinare a secondi piatti come carni bianche, arrosti o piccola selvaggina al forno o allo spiedo.
Quanto ai dosaggi, molto dipende dal gusto personale: in linea generale possiamo dire che più un piatto ha tendenza grassa più troverà equilibrio con dei dosaggi bassi. I Blanc de Blancs si sposano molto bene con pietanze dal gusto delicato e i Blanc de Noirs con piatti più strutturati e dai sapori più decisi. L’unico abbinamento vietato è con i dolci, fatto salvo che per le versioni Demi-sec e Doux, che però sono sempre più rare.
Spesso ci si chiede quale sia il momento o l’occasione migliore per stappare una bottiglia di Champagne. Per quanto abbiamo detto parlando di abbinamenti, non ci sono dubbi che la tavola, soprattutto con un menù ricercato e importante, è il luogo migliore in cui
degustare e apprezzare a pieno un grande vino come lo Champagne. Tenete quindi le
migliori bottiglie per una buona cena, magari da condividere con amici che sanno
apprezzare le qualità di questa eccellenza assoluta. Tuttavia lo Champagne è anche un
grande vino da ricorrenza. Si brinda spesso con un calice di Champagne per festeggiare
una laurea, un compleanno, una ricorrenza. In questi casi l’abbinamento è con stuzzichini
e tartine, quindi scegliete una semplice cuvée base sans année delle Maison più diffuse
sul mercato, che saprà regalare un sorso piacevole e non troppo impegnativo.