Sangiovese, Sardegna
Oltre a essere il simbolo della Toscana del vino, il Sangiovese è il vitigno ad oggi più diffuso sul territorio nazionale con quasi 72000 ettari vitati. Una presenza massiccia e giustificata dalla grande adattabilità del Sangiovese e da capacità organolettiche invidiabili, perfette per la creazione di vini in purezza o di blend di grande valore. Questo è il caso in cui il Sangiovese compare all’interno di denominazioni come Carmignano, Rosso Piceno, Rosso Conero, Chianti, Brunello di Montalcino, Vino Nobile di Montepulciano, Morellino di Scansano, Sangiovese di Romagna. Oggi, tuttavia, il Sangiovese è diversificato in molti cloni, che si possono identificare in due grandi gruppi: il Sangiovese Grosso (Brunello di Montalcino, Prugnolo Gentile di Montepulciano, Sangiovese Grosso di Lamole, Sangiovese Romagnolo) e Sangiovese Piccolo. Il Sangiovese resta un’uva estremamente adattabile e capace di ambientarsi con condizioni pedoclimatiche molto differenti, sempre garantendo la creazione di vini spiccatamente territoriali.
Con origini per molto tempo avvolte nel mistero, il Sangiovese è oggi ritenuto, anche grazie alle analisi del suo DNA, un incrocio probabilmente spontaneo tra il Ciliegiolo e un vitigno del Sud Italia: il Calabrese di Montenuovo. Il Sangiovese predilige luoghi soleggiati e interessati da un clima fresco e ventilato, mentre diventa espressivo se coltivato su terreni poveri, ricchi di scheletro e con buona percentuale di calcare. Il Sangiovese può così essere annoverato come un vino grintoso e irruento, con tannini marcati, una spiccata acidità, corpo medio e grande concentrazione. La sua versatilità prevede, nel caso del Chianti Classico ad esempio, una versione base, una Riserva e una Gran Selezione, tutte adatte a far conoscere la risposta del Sangiovese a periodi di maturazione diversi. Restano comunque valide le annotazioni generiche sul colore rosso rubino brillante, gli aromi caratteristici di ciliegia, viola, marasca, arancia sanguinella e frutta rossa matura. Produce vini ampi al palato, con corpo medio o pieno, con una presenza tannica pronunciata e moderatamente ridimensionata anche nelle versioni più lavorate, come anche è in grado di assicurare buona freschezza e persistenza aromatica.
Acquistare Sangiovese
Per quanti amano il vino e conservano una vera passione per il vino italiano, il Sangiovese è senz’altro una delle espressioni più autentiche della territorialità della Penisola. Acquistare Sangiovese online significa anzitutto conoscerne il territorio d’elezione, la Toscana, che da centinaia di anni coltiva con successo questa varietà tanto da aver richiamato grande attenzione di pubblico sia verso l’uvaggio, che verso il turismo enogastronomico che interessa molte aree della regione. Un altro motivo per acquistare Sangiovese è il fatto che si presta sia come vino da pasto che come vino da meditazione: versatile e autentico, capace di riservare molte sorprese e di stupire nonostante la sua riconoscibile identità. In sintesi: acquistare Sangiovese online significa far proprio uno dei tesori che il mondo invidia all’Italia del vino.
Quali sono le varietà del Sangiovese?
Se si analizzano le tipologie di Sangiovese coltivate in Italia, ci si rende conto che sotto il profilo genetico compaiono alcune differenze che permettono di collocare nella stessa famiglia cloni diversi, ossia piante che trattengono un materiale genetico simile ma non identico alla pianta d’origine. Nel caso del celebre clone Sangiovese B-Bs 11 ci troviamo di fronte a una selezione di Sangiovese che ha fatto la storia del Brunello di Montalcino con Biondi Santi. Naturalmente la possibilità di creare cloni da parte delle aziende, come la loro conseguente registrazione al Registro Nazionale delle Varietà, deve contemplare la reale peculiarità del clone allevato in termini di resistenza alle malattie e di adattamento al terroir. Nel caso particolare della Toscana, sembra proprio che le debolezze del Sangiovese coltivato fino agli anni ‘70 del secolo scorso avessero contribuito anche alla nascita dei Super Tuscan, in cui l’intervento migliorativo degli uvaggi internazionali avrebbe corretto le improprietà del Sangiovese e spinto all’investimento nella selezione clonale.
Qual è il sapore caratteristico del Sangiovese?
La riconoscibilità del Sangiovese sul piano organolettico dipende in gran parte da un sapore distinto e rintracciabile senza difficoltà. Il sapore caratteristico del Sangiovese annovera l’arancia sanguinella, la viola, la ciliegia, i frutti rossi maturi, ma anche il pomodoro, liquirizia e note balsamiche che, combinate assieme, determinano un palato strutturato, con acidità pronunciata che dà tensione e nerbo, pur rilasciando gradualmente accenni di note verdi e rinfrescanti come l’origano.
Dove è coltivato il vitigno Sangiovese?
Molte sono le regioni il cui il vitigno Sangiovese è coltivato e ampiamente diffuso. Tra queste la Toscana, Marche, Lazio, Emilia-Romagna, mentre oltre i confini nazionali il Sangiovese è coltivato in Corsica, California, Argentina e Australia.
Il vino sardo è prodotto in una delle zone più interessanti d’Italia dal punto di vista vitivinicolo, non solo per il territorio, diviso tra il clima mediterraneo delle coste e quello temperato dell’interno, ma soprattutto per la massiccia presenza di vitigni autoctoni. Unica, al punto da essere una delle poche zone al mondo in cui sono ancora presenti delle viti a piede franco, questa regione è ricca di contrasti, con le vigne di Carignano del sulcis che affondano le radici nella sabbia della costa e una sola DOCG in tutta la regione. Piccoli e grandi produttori hanno fatto conoscere i vini sardi in tutto il mondo, con autentici gioielli osannati da pubblico e critica come il Turriga di Argiolas e il Terre Brune di Santadi.
Vini bianchi sardi
Il Vermentino è sicuramente il più famoso vino bianco sardo, anche se occorre distinguere tra il Vermentino di Sardegna Doc, che può essere prodotto in tutta la regione, e il Vermentino di Gallura, unica DOCG della Sardegna, nato nelle province di Olbia Tempio e Sassari, che non solo è uno dei migliori vini bianchi d’Italia, ma è prodotto in diverse tipologie, comprese spumante e passito. Notevoli espressioni del territorio sono anche il Nasco e il Nuragus di Cagliari, e soprattutto la Vernaccia di Oristano, un bianco complesso ideale anche per lunghi invecchiamenti. Eccellenti i risultati delle uve a bacca bianca autoctone sia per gli spumanti metodo classico e metodo Charmat, come il Torbato e il Vermentino, sia per i vini passiti, come la Malvasia di Bosa e il Moscato di Sardegna.
Vini rossi sardi
Il vino rosso sardo più famoso è senza dubbio il Cannonau, portato sull’isola dagli spagnoli (dove tutt’ora è noto come Alicante), che si divide in classico (se coltivato in tutto il territorio del Nuorese e dell’Ogliastra) e nelle sottozone Oliena, Jerzu e Capo Ferrato. L’altra uva autoctona a bacca rossa è il Carignano del Sulcis, che dà vita a vini rossi e rosati, che nella denominazione sono disponibili anche nelle tipologie riserva, superiore, novello e passito. Da non dimenticare poi, le uve a bacca rossa come il Bovale e il Cagnulari che, coltivate ad alberello, sono vinificate in purezza per rossi di grande tipicità, e unite ad altre uve in denominazioni come Cagliari Doc e Terralba Doc. Ultimo ma non meno importante il rosso Monica, che sembra che sia arrivato in Sardegna grazie ai monaci Camaldolesi intorno all'anno Mille e che oggi è prodotto su tutta l’isola.
Quali sono i vini sardi DOCG?
In Sardegna c’è solo una DOCG ed è il Vermentino di Gallura DOCG, ma esistono ben 19 DOC e 15 IGT capaci di soddisfare tutti i palati. Le denominazioni più famose sono senza dubbio il Vermentino di Sardegna DOC, il Cannonau di Sardegna DOC e il Carignano del Sulcis DOC, ma non mancano le eccellenze neanche tra i vini dolci con autentiche chicche come la Malvasia di Bosa DOC e il Moscato di Sorso-Sennori DOC.
Quali sono i migliori vini sardi?
I migliori vini sardi famosi in tutto il mondo sono il Terre Brune di Santadi, capolavoro regalato all’isola dal grande enologo Giacomo Tachis, il Turriga di Argiolas, premiato dalle guide nazionali e internazionali e il Marchese di Villamarina, ma anche con vini bianchi come il Vermentino di Capichera.
Qual è il miglior abbinamento per un vino rosso tipico sardo?
I vini rossi sardi, così ricchi di carattere e con tannini ben presenti, sono perfetti in abbinamento con piatti complessi e strutturati, come formaggi stagionati e soprattutto piatti di carne. Perfetti con il gusto della carne alla griglia, sia che si tratti di maiale e manzo, sia che si tratti di selvaggina e cinghiale, sono decisamente da provare con formaggi stagionati e piatti rustici ricchi di gusto, soprattutto nel caso di riserve o vini dal lungo affinamento come il Turriga.