Salento, Negroamaro
Con più di 11000 ettari vitati in Italia, il Negroamaro è un vitigno diffuso in Puglia e, in particolare, in Salento nelle province di Brindisi, Taranto e Lecce. Con una comparsa in Italia grazie alla colonizzazione greca dell’VIII secolo a.C., nasconde nel nome un possibile ripetizione del termine ‘scuro’, sia con la parola mavro (nero) che con il termine latino nigrum (nero). Un etimo confermato dal rosso scuro e impenetrabile che caratterizza un vino senz’altro riconoscibile e presto ampiamente utilizzato soprattutto come uva da taglio. Vino che apporta colore e che soltanto recentemente ha guadagnato piena considerazione come vino proposto in purezza o in blend di grande fascino. Oltre alla produzione di vini rosati, è un uvaggio potente, capace di conferire corpo e colore rilasciando anche piacevoli note amarognole molto caratteristiche. L’alta vigoria del vitigno richiede interventi radicali in vigna per limitare la produttività e irreggimentare la pianta. Il Negroamaro trova nei terreni calcarei e argillosi la corretta quantità d’acqua necessaria durante la fase vegetativa. Vinificato in purezza è in grado di offrire un vino dal colore impenetrabile e tendente al granato. Al naso dominano i frutti rossi e neri in confettura, prugna, con qualche nota mentolata e balsamica, un sentore di timo spesso accompagnata da sottili sentori speziati, da cuoio e cacao. Il Negroamaro è possente e autentico, un vero vanto regionale nella creazione di vini dalla forte personalità.
Il Negroamaro del Salento
Quando si parla di Negroamaro sono immediati i riferimenti al Salento, in particolare alle province di Brindisi, Taranto e Lecce in cui il vitigno è maggiormente diffuso. Anche la denominazione Salice Salentino DOC creata nel 1976 prevede l’uso di uve Negroamaro al 90% nella versione Salice Salentino DOC Negroamaro Riserva facendo di questo vitigno un rappresentante ideale della viticoltura di zona. Dato il corpo pieno e la consistente valenza tannica, questo vitigno risulta adatto anche all’invecchiamento regalando sentori terziari più accentuati che lo distinguono enormemente dalle versioni giovani e solitamente connotate da un’acidità più marcata. Sono attualmente 21 le denominazioni in cui compare tra cui Negroamaro di Terra d’Otranto DOC, Leverano DOC, Nardò DOC.
Qual è l’origine del vitigno Negroamaro?
Con ogni probabilità le origini del Negroamaro risalgono alla colonizzazione greca della penisola italica avvenuta durante l’VIII secolo a.C.
Quali sono le caratteristiche di un vino prodotto con uve Negroamaro?
Dal punto di vista visivo tra le caratteristiche di un vino prodotto con uve Negroamaro c’è anzitutto la grande intensità cromatica determinata da un colore rosso scuro tendente al nero. Al naso il Negroamaro sprigiona frutti rossi e neri in confettura, prugna, uva passa, regalando anche qualche piacevole speziatura di pepe e timo. Al palato si presenta caldo e compatto, molto avvolgente con ottima struttura e una riconoscibile portata tannica, tutte caratteristiche che spesso preludono a un finale lungo e un gusto complesso.
Qual è il miglior vino a base di Negroamaro?
Se si cerca il miglior vino a base di uve Negroamaro sicuramente può essere di qualche aiuto sapere che il Salice Salentino Negroamaro Riserva contiene, secondo disciplinare, un’alta percentuale di Negroamaro che rende molto riconoscibile l’uvaggio e le relative caratteristiche organolettiche.
L'IGT Salento può essere utilizzata per la produzione di vini bianchi, rosati e rossi. Il Salento è una delle zone del sud Italia più interessante e vocata per la viticoltura. Il clima mediterraneo, caldo e ventoso, mitigato dalle brezze del mare e i terreni di matrice calcareo-argillosa, si sono rivelati ideali soprattutto per la coltivazione dei vitigni a bacca rossa.
I vini Salento IGT devono essere prodotti con uve di vitigni idonei alla coltivazione nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto e iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino. Il disciplinare prevede inoltre la possibilità di indicare in etichetta il nome del vitigno, se il vino è realizzato con almeno l’85% delle uve menzionate. I vitigni più coltivati sono: Negroamaro, Aleatico, Bianco d’Alessano, Impigno bianco, Malvasia nera di Lecce, Malvasia nera di Brindisi, Moscatello selvatico, Primitivo, Susumaniello.
Il Salento è una delle zone vitivinicole d'Italia che vanta una lunga tradizione nella produzione di vino rosato, che trae la sua origine dall'antica tecnica di vinificazione "a lacrima" risalente al tempo dei Romani, che consisteva nel lasciare lacrimare le uve nel forum vinarium prima della pigiatura, raccogliendo e vinificando separatamente il pregiatissimo mosto fiore che ne fuoriusciva.
Non a caso dal Salento proviene il più famoso vino rosato italiano: il Five Roses di Leone de Castris, il primo rosato a essere imbottigliato e commercializzato in Italia nel 1943.
Introdotto nella regione nel XII secolo dagli Angioini, il Fiano è il vitigno bianco che si appresta a divenire un altro ambasciatore della Puglia enoica e che nel Salento ha trovato una perfetta acclimatazione, divenendo la varietà a bacca bianca più coltivata insieme allo Chardonnay e all'autoctona Verdeca.