Langhe, Barbera
Il Barbera è un vitigno diffuso soprattutto nel Nord Italia. Le zone di elezione del vitigno Barbera sono il Piemonte e la Lombardia: In Piemonte sono soprattutto le zone di Asti, Alba e Monferrato a contribuire al successo del Barbera connotato anche al femminile come la Barbera. Le uve Barbera sono infatti al centro di due importanti denominazioni come quella relativa al Barbera d’Asti DOCG con almeno il 90%, il Barbera del Monferrato Superiore DOCG con almeno l’85% di Barbera, il Barbera d’Alba DOC con almeno l’85% di Barbera. Dalle terre del basso Piemonte, la Barbera si è poi diffusa nella zona dei colli tortonesi, dell’Oltrepò Pavese, fino alle valli del Piacentino. Per la sua natura generosa e vigorosa, la Barbera è stata poi piantata in altre zone della penisola e ancora oggi la troviamo presente in Umbria, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Come molte varietà europee, la Barbera ha seguito i flussi migratori che l’hanno portata in alcuni paesi del nuovo mondo come Australia, Argentina e negli Stati Uniti in particolare in California. Vino considerato un tempo appartenente di diritto alla cultura contadina e molto spigoloso in virtù di alti livelli di acidità, oggi la Barbera è vinificato con tecniche d’avanguardia che ne ridimensionano il carattere dirompente fino a creare vini per il consumo immediato o di maggiore freschezza, come varianti più posate e complesse. Con testimonianze storiche che accreditano la presenza del vitigno dal secolo XVIII e con l’enorme diffusione di cui ha goduto nei tempi recenti, la Barbera non è più all’ombra di Grignolino potendo vantare un proprio mercato, definito soprattutto dall’interesse del pubblico che sembra averne scoperto e valorizzato le potenzialità. Questo anche in virtù del fatto che il vitigno Barbera ha un buon vigore ed è molto produttivo: Soprattutto questa seconda caratteristica è alla base del suo successo e della sua diffusione, tanto che insieme al Sangiovese, resta oggi il vitigno a bacca rossa più coltivato in Italia. Il vitigno produce dei grappoli abbastanza grandi e pesanti, con acini scuri di un colore blu nerastro coperti da abbondante pruina. Il vino Barbera ha caratteristiche molto particolari e riconoscibili: il colore è rosso rubino con riflessi violacei. Al naso esprime profumi intensi con note vinose, aromi freschi di frutta rossa matura, di viola e spezie. Il sorso è dominato da un’acidità che rinfresca il palato in modo così prorompente da diventare la vera e propria cifra distintiva del vino. Tra gli abbinamenti più riusciti troviamo i piatti della cucina piemontese come i bolliti misti, salumi cotti, agnolotti con sugo di carne, cotechini, polenta e salsicce, tutti cibi che si giovano della freschezza acida della Barbera per bilanciare una certa grassezza.
Il Barbera d’Asti e il Barbera d’Alba
I vini Barbera d’Asti DOCG e Barbera d’Alba DOC sono prodotti in comuni differenti e rispondono a due diverse denominazioni. Pur distando poche decine di chilometri, le città di Asti e Alba presentano due vini a base di uve Barbera con caratteristiche leggermente differenti. Il Barbera d’Alba DOC, presente anche nella versione Superiore, è solitamente vinificato in purezza anche se non è insolito aggiungere in piccola percentuale Nebbiolo (massimo 15%). Per il Barbera d’Asti DOCG la percentuale di uve Barbera deve essere del 90% mentre le uve devono provenire da terreni dislocati tra le provincie di Asti e di Alessandria. Per la menzione ‘Superiore’ il Barbera d’Asti DOCG contempla la menzione del nome della vigna e rispetta un affinamento minimo di 14 mesi di cui almeno 6 in botti di legno.
Quali sono le caratteristiche del vino Barbera?
Il vino Barbera presenta un colore rosso rubino di media o alta intensità. Al naso emergono aromi floreali e di frutta matura, mentre al palato risultano rifiniti da una piacevole speziatura che lascia intendere un corpo medio o pieno, buona struttura e tannini distinti. Il finale può essere medio o lungo.
Quali sono le caratteristiche del vitigno Barbera?
Il vitigno Barbera ha una foglia media, pentagonale, pentalobata e presenta un grappolo piramidale compatto con acini di dimensione media, una buccia mediamente spessa e di colore bluastro.
A quanti gradi alcolici arriva il vino Barbera?
Il Barbera d’Asti DOCG deve avere una gradazione alcolica minima di 12%. Il Barbera d’Alba DOC può avere una gradazione alcolica minima di 11%.
Le Langhe, “terra di vini, profumi...e romanzi” viene descritta magistralmente dalla penna dello scrittore Beppe Fenoglio. Si tratta di una regione storica del Piemonte comprendente un vasto territorio di straordinaria bellezza delimitato dai fiumi Tanaro, Belbo, Bormida di Millesimo e Bormida di Spigno, costituito da un susseguirsi di vigneti, colline, boschi e a due passi da piccoli borghi antichi, che si estende in molti comuni della provincia di Cuneo e di Asti. I Paesaggi Vitivinicoli offerti dalle colline di Langhe-Roero sono divenuti insieme a quelli di Monferrato Patrimonio dell’Unesco nel 2014. È impossibile visitare le Langhe senza soffermarsi ad ammirare esempi di architettura medioevale che costellano il territorio come il centro storico d’Alba o il Castello Grinzane Cavour, uno dei più affascinanti dell’intera Italia.
Il nome deriva dalla parlata locale, ad indicare il plurale di una collina bassa e lunga.
Il territorio langarolo può essere scomposto in:
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Bassa Langa, chiamata così non per questioni di altitudine, nonostante non superi mai i 500 metri. È la zona tipica della carne cruda all’albese e di piatti della cucina tipica piemontese a base di burro e salvia, dei vini e del tartufo bianco, per cui ogni anno viene indetta una fiera appositamente dedicata.
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Alta Langa, zona al confine con la Liguria, conosciuta per i boschi e la torta di nocciole prodotta con la pregiata varietà “tonda gentile delle Langhe”
All’interno dei suoi confini si trovano alcuni dei vini DOCG più famosi d’Italia, tra cui Barolo, Barbaresco, Asti e Dogliani. I vini non conformi a criteri di produzione così stringenti sono accolti nella DOC Langhe in cui viene concessa una maggiore sperimentazione di varietà e tecniche enologiche. Caso emblematico è quello del Langhe Chardonnay e di altri vini di alta qualità, molti dei quali paragonabili ai prestigiosi Super Tuscan toscani.
Il disciplinare prevede diverse tipologie: bianco, rosso, rosato, bianco e rosso passito. È inoltre prevista la possibilità di indicare il vitigno in etichetta per le varietà: arneis, chardonnay, favorita, riesling, nascetta, rossese bianco, sauvignon, nebbiolo, dolcetto, freisa, cabernet sauvignon, pinot nero, merlot, purché la percentuale minima del vitigno utilizzato per la produzione di questo vino sia almeno dell’85%.