Ferrari, Chardonnay
Il nome Ferrari identifica una delle case spumantistiche italiane più importanti per fama e qualità. Il vino spumante Ferrari è oggi un Trento Doc Metodo Classico nato dall’intuizione di Giulio Ferrari che intuisce già nel 1902 l’autentica vocazione del Trentino nella produzione di vini spumantizzati a partire dallo Chardonnay, varietà utilizzata soprattutto nella creazione dello Champagne. Proprio il Trentino resta un territorio di riferimento nella produzione di uve Chardonnay di alta qualità, favorito da rilevanti escursioni termiche giornaliere quali condizioni di partenza per la produzione di uve di grande eleganza e struttura. Questi gli ingredienti base che contribuiscono alla fama del Trentodoc come Metodo Classico posizionato dopo lo Champagne per rilevanza internazionale. Nel 1952, con la cessione del testimone a Bruno Lunelli, la casa Ferrari raggiunge notorietà in Italia profilandosi come il marchio di qualità nella produzione di prestigiose bollicine. A partire dagli anni ‘70 diverranno molto apprezzati spumanti come il Ferrari Rosé, il Ferrari Perlé e il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, a cui presto si aggiungeranno gli spumanti delle linee Maximum e Gran Cuvée. Rispetto alla produzione del vino spumante Ferrari, delicati e complessi sono i passaggi che consentono di trasformare un vino base in una bollicina di pregio. Sul finire dell’estate, i grappoli di uve Chardonnay e Pinot Nero vengono raccolte a mano e lavorate in cantina per dare avvio alla prima fermentazione. In questa fase, la purezza aromatica delle uve di base costituisce già una precondizione necessaria a creare bollicine di grande struttura. Alla definizione della cuvée contribuiscono vini di diverso tipo prodotti dall’azienda e sapientemente studiati per consegnare un prodotto unico. Con l’aggiunta di lieviti selezionati, la seconda fermentazione in bottiglia permetterà al vino di sviluppare anidride carbonica e di rimanere a contatto con i lieviti dai due ai dieci anni. La fama dello spumante Ferrari Trentodoc non dipende soltanto dalla riuscita personalizzazione del Metodo Classico e dalla straordinaria vocazione della regione Trentino che ne garantisce qualità ed eccellenza, ma dalla versatilità con cui questo vino spumantizzato può accompagnare piatti tipici di molte tradizioni culinarie: il Ferrari è ideale nella creazione di antipasti a base di affettati e latticini, pesce fresco ed essiccato. Con il suo sapore delicato e la raffinata struttura può rifinire piatti della tradizione regionale come pasta alla carbonara, pizza napoletana o spaghetti al pomodoro.
ll Ferrari e la denominazione Trentodoc
Il Ferrari Trentodoc è il Metodo Classico prodotto all’interno della denominazione che comprende 40 produttori e oltre 100 etichette. Il Ferrari Trentodoc è prodotto sia con uve provenienti dai vigneti della famiglia Lunelli che dal raccolto conferito da circa 500 famiglie di viticoltori trentini. Criterio imprescindibile per l’appartenenza al marchio Trentodoc è infatti la provenienza delle uve dalla sola regione Trentino. Inoltre, i vigneti sono tutti certificati biologici e attentamente preservati per garantire alta qualità nella materia prima. In qualità di Metodo Classico il Ferrari Trentodoc ricade nelle attente regole di produzione fissate dal disciplinare. Il lavoro di produzione inizia con la raccolta manuale delle uve risultanti da un clima alpino contraddistinto da un clima diurno ideale per la maturazione dell’uva, come da notti fresche in grado di preservare la fragranza aromatica. Dopo la preparazione di un vino base soprattutto con l’impiego di uve Chardonnay e Pinot Noir, l’aggiunta di una miscela di zuccheri e lieviti chiamata liqueur de tirage darà avvio alla seconda fermentazione in bottiglia. La presa di spuma ottenuta dopo due mesi è seguita da tempi di maturazione minimi definiti dal disciplinare Trentodoc e riguardanti il contatto con i lieviti del vino rifermentato: 15 mesi per il Brut, 24 mesi per il Millesimato e 36 mesi per il Riserva. Ad esempio, nel caso del Ferrari Brut Trentodoc trascorrono 24 mesi di affinamento sui lieviti mentre nel caso del Trento Riserva Extra Brut DOC Perlé Nero 2012 Ferrari l’affinamento è di 6 anni.
Lo spumante Ferrari è secco?
Un Metodo Classico Trentodoc come il Ferrari può essere considerato secco in opposizione a dolce nel rispetto dei valori di dosaggio fissati dal disciplinare di produzione. Le definizioni che seguono sono presentate in relazione ai grammi di residuo zuccherino per litro: Pas Dosé (o non dosato) fino a 3 e senza aggiunta di dosaggio; Extra Brut tra 0 e 6; Brut tra i 6 e i 12; Extra Dry tra 12 e 17; Dry, Sec da 17 a 32; Demi Sec tra i 32 e i 50.
Quali sono le caratteristiche del Ferrari Brut?
Il Ferrari Brut è un Metodo Classico Trentodoc ed è considerato il manifesto della casa spumantistica. Ritenuta anche l’etichetta storica della cantina, il Ferrari Brut è realizzato con sole uve Chardonnay e sosta almeno 20 mesi su lieviti selezionati. Il Ferrari Brut si presenta giallo paglierino con riflessi verdolini e con un perlage fine, esprimendo al naso sentori freschi di mela e fiori impreziositi da aromi di lievito e crosta di pane. Molto equilibrato al palato, riprende la frutta matura e il delicato gusto di pane.
Quali sono i migliori abbinamenti per il Ferrari Brut?
Il Ferrari Brut può essere utilizzato per accompagnare antipasti di montagna e crudi di pesce, mentre è ideale con piatti della tradizione a base di sughi al pomodoro. Il Ferrari Brut può enfatizzare anche la pizza margherita e rifinire i piatti a base di formaggi freschi.
Lo Chardonnay è un vitigno a bacca bianca semiaromatico originario della Borgogna e oggi diffuso in molti paesi come Italia, Stati Uniti, Cile, Australia, Sud Africa, Nuova Zelanda, Israele e Argentina. Soprattutto in Borgogna lo Chardonnay ha una maturazione precoce che sottopone la pianta a gelate primaverili soprattutto nelle zone pianeggianti. Vitigno molto versatile, lo Chardonnay si presta alla produzione di vini freschi e giovani, come a prodotti adatti all’invecchiamento dopo una lunga fase di affinamento in barrique. La raccolta tardiva rappresenta spesso un problema per la perdita dell’acidità necessaria a conferire la capacità di conservazione per i prodotti rientranti in questa categoria. In Italia, con 20.00 ettari dedicati alla sua produzione, lo Chardonnay è prodotto con successo in Piemonte, Trentino, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Lombardia dove l’acidità è più marcata, mentre la diffusione in regioni come la Puglia e la Sicilia è adatta alla produzione di vini di maggior corpo e rotondità. Molte, dunque, le denominazioni che accolgono lo Chardonnay come Alto Adige, Castel del Monte, Trento, Trevenezie. Ancora aperto è il dibattito sull’uso del legno, utilizzato sia in fase di fermentazione che di affinamento, restando una scelta determinante nella definizione dello stile e della riconoscibilità del produttore. In particolare, la California ha adottato questo stile produttivo per lo Chardonnay abituando a vini ricchi e densi, di grande profondità aromatica e molto differenti da quelli prodotti in Borgogna. Per comprendere la versatilità dello Chardonnay basterebbe anche confrontare lo Chardonnay proveniente dalla regione dello Chablis con quello prodotto nella più nota zona borgognona della Côte de Beaune e in particolare dai villaggi di Meursault, Puligny-Montrachet, o da aree più meridionali come il Mâconnais. Particolarmente interessanti lo Chardonnay della Nuova Zelanda, dotato di maggiore acidità, con un ventaglio aromatico comprendente la frutta esotica, i sentori floreali ed evidenti toni erbacei. Se guardiamo al Cile lo Chardonnay proviene dalla regione di Casablanca, Leida Valley e Lìmari Valley. In Cile, la qualità dello Chardonnay prodotto dipende enormemente dalla presenza del clima oceanico che influenza le regioni costiere: buccia di limone, mela verde e frutta a guscio si combinano a un’intensa mineralità, risultando dalla maturazione di uve soggette alla presenza da fredda Corrente di Humboldt proveniente dal Pacifico. Questa tipologia di Chardonnay cileno, notoriamente non affinato in botte, è adatto a piatti di sushi, frutti di mare, piatti a base di carni bianche e risotti con verdure. Di colore giallo paglierino, lo Chardonnay dona vini dai sentori di frutti tropicali come mango e ananas, che evolvono in sentori di frutta secca come mandorla e nocciola, esprimendo, soprattutto a seguito di fermentazione malolattica e di affinamento in barrique, aromi di burro e vaniglia. Ideale in abbinamento con foie gras e formaggi a pasta molle.
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Esiste lo Chardonnay frizzante?
Lo Chardonnay è il vitigno di base nella produzione di Champagne e Franciacorta, entrambi considerati vini Spumanti ottenuti con il Metodo Classico, un procedimento che prevede una seconda fermentazione in bottiglia. Solitamente è definito ‘frizzante artificiale’ un vino di base a cui è addizionata anidride carbonica e che poi è conservato in bottiglia sotto pressione.
Quali sono le caratteristiche dell’uva Chardonnay?
Le uve Chardonnay si presenta con grappoli di dimensioni medie e con forma piramidale e compatta. gli acini sono di media grandezza e di colore giallo tendente al dorato. Si tratta di una varietà con elevata vigoria e solitamente si tende a preservare l’acidità del frutto sia per agevolare la produzione di vini spumanti che per mantenere una buona capacità di affinamento. Sviluppa molto bene su terreni collinari con suoli calcarei e mostra estrema sensibilità alle gelate primaverili a causa del precoce germogliamento.
Quali sono i migliori Chardonnay italiani?
L’Italia è ricca di grandi esempi di vini bianchi e tra i migliori Chardonnay si possono considerare: quelli provenienti da regioni come il Trentino, l’Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia, accomunate da un clima più freddo che permette lo sviluppo di maggiore mineralità e di sentori che richiamano una evidente acidità come la mela verde, il lime e piacevoli note erbacee. Al contrario, lo Chardonnay allevato nelle regioni meridionali della penisola è aiutato nella maturazione perdendo parte della carica acida e presentando un corpo più consistente e sentori di frutta gialla e tropicale.