Campania
Il vino campano ha una antichissima tradizione vitivinicola, uno tra i primi territori al mondo ad aver visto l’insediamento, la coltivazione, lo studio della vite e la produzione di vino. La diffusione della vite, infatti, risale all’epoca pre-romana, grazie soprattutto a un clima particolarmente favorevole e alla particolare natura del suolo, e in epoca romana uno dei vini più pregiati era il Falerno.
Questa regione presenta un ricco patrimonio di uve di grande qualità, che danno vita a un’ampia varietà di vini, sia bianchi che rossi, tra cui tante eccellenze, molto note e apprezzate non solo in Italia, ma anche all’estero, con un totale di 4 vini DOCG, 15 Vini DOC e 10 Vini IGT divisi in 5 macrozone: il Casertano, l'area di Napoli e le splendide isole di Capri e Ischia, l'Irpinia, il Beneventano. Ovunque nella regione la composizione dei terreni è legata alle eruzioni del Vesuvio, la cui attività vulcanica ha disperso notevoli quantità di ceneri anche a lunghe distanze, arricchendo la terra di componenti minerali.
Vino rosso campano
Il vino rosso campano più diffuso è l’Aglianico, al quale si uniscono il Piedirosso (detto Per’e Palummo, ossia Piede di Colombo), lo Sciascinoso, il Pallagrello nero e il Casavecchia, quest’ultimo dimenticato per anni e recentemente riscoperto con ottimi risultati e vini di estrema eleganza e riccamente colorati. I due vini rossi DOCG campani, Taurasi e Aglianico del Taburno vedono entrambi come protagonista il vitigno Aglianico. Il Taurasi, che affina per almeno tre anni in botte, è molto strutturato e adatto a lunghi invecchiamenti, tale che la sua longevità può essere paragonata a quella dei grandi rossi italiani come Brunello o Barolo. L’Aglianico rientra anche nei vitigni della denominazione Campi Flegrei, dove è molto diffuso anche il Per ‘e Palummo (piede di colombo), che deve il suo nome alle nodose basi rosse dei ceppi delle viti, simili ai piedi rossi di un colombo e regala vini succosi, intensi e piacevolmente fruttati. Entrambi questi vitigni sono diffusi anche nella denominazione Costa d’Amalfi e nelle denominazioni Falerno del Massico DOC e Irpinia DOC. Da non dimenticare poi altri vitigni rossi minori come il Casavecchia, il Pallagrello nero e lo Sciascinoso.
Vino bianco campano
Il più antico vino bianco campano è il Falerno del Massico, che veniva prodotto dal vitigno Aminea Gemina, oggi conosciuto come Greco, ed era conosciuto e apprezzato in tutta l’antica Roma. Oggi il Greco resta uno dei vitigni più importanti della Campania e dà vita, tra gli altri, ad un bianco DOCG perfetto per i piatti di pesce e per i formaggi freschi. L’altro grande bianco campano è il Fiano di Avellino, protagonista nell’omonimo vino DOCG, che si caratterizza per sapidità e freschezza ed era uno dei vini preferiti di Federico II di Svevia. Meno prestigiosa ma apprezzatissima in tutta Italia è la Falanghina, interessantissima nella zona dei Campi Flegrei e che dà ottimi risultati anche come spumante metodo classico e il cui nome sarebbe da far derivare dalle "falange" i pali che, sin dall’antichità, venivano usati per sostenerne le viti. Altri vitigni minori sono il Coda di volpe, che fa parte della leggendaria denominazione Lacryma Christi, il Palagrello e l’Asprinio. Da non dimenticare, infine, i bianchi nati e cresciuti sull’isola di Ischia come il Forastera e il Biancolella di Ischia che nascono da viticoltura eroica, da vigneti aggrappati alla terra e affacciati su alcuni dei panorami più belli del mondo.
Quanti sono i vini campani docg?
Esistono in tutto quattro vini campani docg, due bianchi e due rossi.
Quali sono i principali produttori di vini pregiati campani?
Ci sono molti produttori di vini pregiati campani, tra i più famosi troviamo sicuramente Feudi di San Gregorio, Mastroberardino, Marisa Cuomo e Quintodecimo.
Perché si parla di vini vulcanici in Campania?
I vini vulcanici in Campania nascono alle pendici del Vesuvio e si arricchiscono di piacevolissime note minerali: un eccellente esempio ne è la Falanghina dei Campi Flegrei.