Le zone di origine
Abruzzo
La storia del vino in Abruzzo ha origini lontane nel tempo. Da Ovidio a Polibio, infatti, sono tante e autorevoli le testimonianze dell’esistenza di una tradizione vinicola già nell’antichità. Concentrata fino al Rinascimento nella provincia de L’Aquila, la viticoltura abruzzese ha conosciuto una fase di rapida trasformazione, soprattutto nel periodo dell’unificazione. Dalla metà del Novecento, la produzione di vino in Abruzzo si è andata sempre più specializzano e concentrando in zone ad alta vocazione vitivinicola, che grazie alla buona ventilazione e alle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, garantiscono un microclima ideale per la produzione di uve di grande qualità.
Aconcagua
Alsazia
L'Alsazia è una regione vitivinicola situata nella parte nord-orientale della Francia, tra i monti Vosgi e il confine con la Germania, segnato dal fiume Reno. La presenza della catena montuosa dei Vosgi contribuisce in maniera decisiva a definire le caratteristiche climatiche, proteggendo la zona dai venti provenienti da ovest e diradando i fenomeni piovosi. L'Alsazia si differenzia dalle restanti zone della Francia per una ubiquitaria cultura tedesca che arriva a dettare gli stili architettonici e a influenzare finanche la produzione stessa del vino. Non stupisce perciò che si producano perlopiù vini bianchi con al centro vitigni quali Riesling o Gewürztraminer.Qui, il Pinot Grigio che in altre regioni francesi viene relegato a varietà da assemblaggio, assume una connotazione nobile e di rilievo. È presente anche una quota di vini dolci che si diversificano per residuo zuccherino e di cui se ne sottolinea la più elevata qualità attraverso le menzioni Vendanges Tardives e Selection de Grains Nobles.
Andalusia
l'Andalusia è, escluse le isole, tra le regioni più a sud della Spagna, divenuta famosa in tutto il mondo per la produzione del vino fortificato Sherry. Zona molto popolosa, per la sua vicinanza al continente africano è stata interessata da una successione incessante di migrazioni che hanno portato nel tempo alla volontà di scolpire un'identità culturale forte e unica: corrida e flamenco hanno avuto origine proprio in Andalusia. La regione vanta anche una lunga storia enologica ma, sebbene si producano anche vini da tavola, il cavallo di battaglia è rappresentato sicuramente dai vini fortificati. Non a caso la regione ospita 5 sotto-regioni in cui si producono prevalentemente vini fortificati o da dessert a denominazione di origine: Jerez, porto storico e patria dello Sherry, Sanlucar de Barrameda nota per i suoi Manzanilla, Montilla-Moriles specializzata in vini da dessert non fortificati a base di uve Moscatel, Malaga e Condado de Huelva.
Anguilla
Valle d'Aosta
La Valle d’Aosta vanta una tradizione vitivinicola millenaria, grazie a un territorio molto fertile e variegato. La ricchezza di questa regione risiede nei vitigni autoctoni, prodotti solo in queste terre, e nelle mani di esperti viticoltori e produttori di vino che li coltivano con passione e tenacia. Dalle pendici del Monte Bianco ai vigneti del Monte Rosa, dal Gran Paradiso al Cervino, il territorio valdostano è caratterizzato da piccoli appezzamenti intervallati alle rocce delle Alpi. Ogni vino qui prodotto racchiude l’essenza e la tradizione della Valle d’Aosta, riprendendone i colori, i profumi e il gusto.
Puglia
La Puglia è terra di mare e di sole e il vino pugliese ne racchiude tutto il calore. La vite è coltivata in Puglia fin dall’antichità, tanto che Plinio Il Vecchio definiva Manduria come viticulosa, cioè “piena di vigne”. Se in passato il vino era usato come vino “da taglio” per rinforzare altri vini, oggi i vini pugliesi sono diffusi e apprezzati in tutto il mondo. La produzione è abbondante e sfiora i 5000000 di ettolitri. I vitigni autoctoni sono protagonisti, sia nei bianchi con Fiano e Bombino Bianco, sia nei rossi con Primitivo, Negroamaro e Nero di Troia, che vanno a far parte di denominazioni talvolta più famose e grandi, altre volte più piccole e sconosciute. Vino rosso pugliese: frutto allo stato puro I vini pugliesi rossi sono di solito strutturati e succosi, con uno spiccato carattere fruttato. I vitigni più famosi sono senza dubbio il Negroamaro (che regala rossi morbidi e vellutati, con un fondo leggermente amarognolo) e il Primitivo, famoso soprattutto per il Primitivo di Manduria, che invece dà vini strutturati e di buon tenore alcolico e che sembra parente dello Zinfandel californiano. Da non dimenticare poi l’Uva di Troia e la Malvasia nera, protagonista anche dei famosi rosati del Salento e di una piccola quanto sconosciuta denominazione: il Cacc’e Mitte di Lucera. Notevoli anche i vini dolci da uve a bacca rossa, come il Primitivo liquoroso e il Salice Salentino Aleatico Passito, che riescono a mettere in luce tutta la potenzialità dei vini pugliesi. Vino bianco pugliese: tutto il buono della terra La Puglia è nota per i vini rossi ma ci sono anche pregiati vini bianchi pugliesi, dal Locorotondo al Gravina bianco passando per la denominazione Castel del Monte. In questa regione sono presenti sia vitigni autoctoni, come il Bombino Bianco, la Malvasia Bianca e la Verdeca, sia vitigni internazionali, come lo Chardonnay, che ha trovato nel Salento un’isola felice ed è oggi uno dei più diffusi della regione. I vini bianchi pugliesi sono freschi e di buona bevibilità e per questo sono facili da abbinare. Dalle uve a bacca bianca nascono inoltre anche favolosi vini da dessert, come ad esempio il Moscato di Trani, che è presente sia come vino dolce, sia come vino passito. Quali sono i vini pugliesi più pregiati? I vini pugliesi più pregiati e famosi sono conosciuti in tutto il mondo e hanno di solito grandi aziende alle spalle: tra i tanti, non possiamo non citare lo storico Five Roses di Leone De Castris (capostipite dei rosati salentini), i vini della tenuta Tormaresca e soprattutto il Primitivo di Gianfranco Fino, uno dei vini pugliesi più premiati e famosi tra gli amanti del vino. Quando sono nati i vini pugliesi rosati? I vini pugliesi rosati nascono con il Five Roses di Leone De Castris: sul finire dell’ultima guerra mondiale, il generale americano Charles Poletti, commissario per gli approvvigionamenti delle forze alleate, chiese una grossa fornitura di vino rosato alla cantina Leone De Castris. Fu così che nacque un vino 100% italiano, ma dal nome rigorosamente americano: il Five Roses (dalla contrada Cinque Vie, non distante dalle vigne di Negroamaro che danno vita a questo vino). Una storia costellata di successi, che oggi vede in questo genere di vini rosati un must dell’estate, in Italia e non solo. Quali sono i vini pugliesi docg? I vini pugliesi docg comprendono tre vini rossi, il Castel Del Monte Bombino Nero DOCG, il Castel del Monte Nero di Troia DOCG e il Castel del Monte Rosso Riserva DOCG, oltre naturalmente a un vino dolce, il Primitivo di Manduria dolce naturale DOCG. Vi sono però numerosissime DOC e IGT, sparse in tutta la regione dal Gargano alla punta estrema del Salento.
Aragon
Armagnac
Armavir
Baden
Baja California
Balearic Islands
Basilicata
Vocazione millenaria quella della Basilicata per la viticoltura e la produzione di vino, con un passato che risale agli antichi tempi degli Enotri e dei Lucani. Una lunga storia che oggi intreccia tradizione, cultura e innovazione, esprimendo tutte le potenzialità di un terroir in grado di regalare grandi eccellenze. La Basilicata è caratterizzata infatti da una produzione limitata dal punto di vista quantitativo, ma propone spunti molto interessanti sia per quanto riguarda i vitigni locali che per la qualità dei vini prodotti. Le 3 principali zone di produzione di vini in questa regione sono l’area del Vulture, la zona di Matera e l’alta Val d’Agri.
Basque Country
Beaujolais
Bekaa Valley
Bell
Bordeaux
Situata nella parte sud-ovest della Francia, Bordeaux è una delle regioni vitivinicole più famose e prestigiose al mondo. Divenuta celebre per i suoi leggendari vini rossi prodotti dalle più importanti tenute, châteaux , caratterizzati per la maggior parte da un profilo secco, elegante e abbastanza corposo, dai profumi intensi, frutto del classico uvaggio bordolese a base di uve Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot, è anche terra di vini bianchi di ottima qualità a base di uve Sémillon e Sauvignon Blanc, sia secchi che muffati e botritizzati, come nel caso del celebre Sauternes o del Barsac. Il clima è mite non solo per la latitudine di Bordeaux, esattamente a metà tra l'Equatore e il Polo Nord ma anche e soprattutto per la vicinanza all'oceano Atlantico e la presenza di diversi fiumi tra cui il Dordogna, il Garonna e l'estuario della Gironda. Bordeaux, che potrebbe tradursi come "vicino alle acque", prende il nome dalla omonima città portuale, fulcro del successo commerciale della regione, mentre il commercio interno fu favorito dalla presenza dei corsi d'acqua summenzionati. La folta pineta a sud, la Foret des Landes protegge Bordeaux dai venti salmastri dell'oceano Atlantico. Anche la composizione del terreno costituisce un fattore importante per la viticoltura di Bordeaux. I terreni ghiaiosi della regione assicurano un eccellente drenaggio dell'acqua, ed è proprio grazie a questa caratteristica che una delle più estese zone vitivinicole di Bordeaux è stata nominata Graves. Il primo e il più famoso sistema di classificazione adottato, in vigore ancora oggi, per riconoscere il valore dei vini di Bordeaux fu quello del 1855, riguardante unicamente i vini prodotti nel Médoc, che premiava la qualità del produttore più che la specifica zona di produzione, o terroir, con il termine Cru Classé e una categoria che assegnava un livello di qualità, da Premier Cru a Cinquième Cru. La classificazione del 1855 stabilì anche dei livelli di qualità per Sauternes e Barsac che furono divisi in Premier Cru Supérieur Classé, Premier Cru Classé e Deuxième Cru Classé. Ma sono stati sanciti altri sistemi di classificazione: per i vini delle Grave a cui vini di maggior qualità e prestigio, veniva assegnata la menzione Cru Classé; per i vini di Saint-Émilion, l'unica a essere revisionata ogni 10 anni, che considerava Premier Grand Cru Classé la prima categoria divisa ulteriormente nei gruppi A e B, di cui il gruppo A costituiva la divisione di qualità superiore. Altre zone celebri di Bordeaux, tra cui Canon-Fronsac, Entre-Duex-Mers, Fronsac e Pomerol, non sono mai state regolate da nessun sistema di classificazione. Generalmente i produttori inclusi nelle categorie dei vari sistemi di classificazione operano con criteri produttivi molto rigorosi e di qualità, con la conseguenza di un notevole aumento dei prezzi. Queste classificazioni includono solamente una minima parte dei vini prodotti a Bordeaux, tralasciando centinaia di châteaux che meritavano comunque attenzione. Per questa ragione nel 1932 fu istituita una speciale categoria per gli châteaux del Médoc esclusi dalla classificazione del 1855 e che prese il nome di Cru Bourgeois.
Breede River Valley
Burgenland
Situata al confine est dell'Austria, Burgenland è una regione rinomata per alcuni vini bianchi di altissima qualità che sta riscoprendo anche una fiorente produzione di vini rossi ottenuti da uve Blaufränkisch e Zweigelt che possono beneficiare di estati soleggiate e continentali. I vini dolci botritizzati sono una specialità della regione, in particolare quelli prodotti nel terroir che si sviluppa intorno al lago Neusiedl. La regione si estende su una piccola striscia di terra che va dal fiume Danubio alla Stiria. A ovest incontra le Alpi, a est confina con l'Ungheria con cui ne condivide la configurazione topografica tanto che Sopron potrebbe dirsi una sua estensione. Ospita al suo interno quattro denominazioni DAC: Neusiedlersee, Leithaberg, Mittelburgenland ed Eisenberg. I vini che non rispecchiano i requisiti per fregiarsi con tali denominazioni possono indicare in etichetta la denominazione più ampia Burgenland.
Borgogna
L’appellation Bourgogne AOC è una delle più famose al mondo. La regione della Borgogna si trova nella zona centro orientale della Francia e si estende su una superficie complessiva di oltre 27.000 ettari. Il territorio dell’Appellation Bourgogne AOC comprende 5 zone distinte: Chablis e Yonne, la Côte-de-Nuits, la Côte-de-Beaune, la Côte Chalonnaise e il Mâconnais. Un’area molto estesa, che presenta configurazioni climatiche molto diverse tra di loro. Basti pensare che tra i due punti estremi di Chablis e del Mâconnais ci sono circa 200 chilometri di distanza. I suoli sono in generale di composizione argillo-calcarea, che varia per percentuali e caratteristiche da zona a zona. I vitigni principalmente coltivati in Borgogna sono lo Chardonnay e il Pinot Noir. Tuttavia, sono presenti anche l’Aligoté, il Gamay e in percentuali minori il Pinot Gris, il Sauvignon Blanc, il Melon de Bourgogne, il Sacy e il César. Il grande vigneto della Borgogna è caratterizzato da una suddivisione in piccolissime parcelle, spesso inferiori a un ettaro, che sono il frutto di un secolare lavoro di zonazione del territorio, che ha puntato sulla valorizzazione delle caratteristiche specifiche di ogni singolo terroir. L’insieme delle tessere di questo grande mosaico della Borgogna produce annualmente circa 200 milioni di bottiglie e ancora oggi l’appellation Bourgogne AOC è sinonimo nel mondo intero di tradizione, qualità ed eccellenza. Vino rosso Borgogna Il vino rosso di Borgogna è oggi uno dei più famosi del mondo grazie al Pinot Nero della Côte de Nuits, l’area settentrionale della Côte d’Or,che annovera Grand Cru ricordiamo del calibro di Romanée-Conti (probabilmente uno dei produttori francesi più famosi e premiati al mondo), Leroy e La Tâche. Di solito i grandi Pinot Nero nascono dall’assemblaggio di piccoli parcelle (raggruppate nei cosiddetti Domaine) e per lo più sono affinati in barrique di rovere: l’affinamento in barrique consente di ottenere quei tannini morbidi e vellutati e quella longevità straordinaria che li rendono famosi in tutto il mondo. I migliori cru danno vita a vini prodotti in quantità limitatissime e da collezione. Il Pinot Nero dà vita anche a spumanti come il Crémant de Bourgogne, che si sta affermando in tempi recenti. Borgogna significa però anche denominazioni "minori" come la Côte Chalonnaise, con il Pinot Nero di Mercury, e Beaujolais, l’area vinicola più a sud della Borgogna che si distingue dal resto del territorio per clima e vitigni e dove dal Gamay si ottiene il Beaujolais nouveau, il vino novello rosso famoso nel mondo per il suo carattere schietto e fruttato, è prodotto a Beaujolais. Vino bianco Borgogna Il vino bianco di Borgogna è famoso in tutto il mondo grazie allo Chablis, il mirabile vino francese a base Chardonnay divenuti modello di riferimento in altri paesi del mondo. Questi vini sono spesso caratterizzati da aromi minerali, con piacevoli accenni di pietra focaia e con profumi freschi grazie all’affinamento che avviene perlopiù in acciaio. Lo Chablis presenta le seguenti sottodenominazioni, che elenchiamo in ordine di importanza, dal più comune al più ricercato: Petit Chablis, Chablis, Chablis Premier Cru e Chablis Grand Cru. L’altra importante area per la produzione di Chardonnay in Borgogna è la Côte d’Or, in particolare nella zona più a sud, detta Côte de Beaune. Qui si producono alcuni tra i migliori vini bianchi del mondo e qui lo Chardonnay dà vita a vini ricchi, pieni, con una buona morbidezza al palato e aromi inconfondibili. Non tutti sanno, infine, che nella regione del Mâconnais, famosa per il Pouilly-Fuissé, esiste un piccolo villaggio chiamato Chardonnay, che secondo alcuni è il luogo di origine di quest'uva. Tra gli altri vini bianchi della Borgogna possiamo citare quelli a base di Aligoté (famosi quelli del villaggio di Bouzeron) e quelli con Pinot Grigio e Sauvignon. Quali caratteristiche ha il vino di Borgogna? Il vino di Borgogna riesce a soddisfare tutti i palati grazie alle sue caratteristiche. Questa regione infatti regala Chardonnay con profumi intensi e generosi, più freschi nel caso di Chablis e più morbidi e strutturati nel caso dei vini della Côte de Beaune, e vini rossi con un Pinot Nero complesso e longevo che fa da contrappunto al vivace e fruttato Beaujolais nouveau. Quali sono i migliori abbinamenti per un vino bianco di Borgogna? Un vino bianco di Borgogna è ideale con tantissimi abbinamenti, dai crostacei ai piatti a base di uova, dai risotti ai piatti di tartufo, passando per primi arricchiti da besciamella e secondi a base di carne bianca e pollame nobile. Quali sono i migliori produttori di Borgogna Alcuni tra i migliori produttori di Borgogna sono Romanée-Conti, Leroy e La Tâche.
Calabria
I primi documenti sulla viticoltura nella regione sono datati intorno all’anno 1000, ma la Calabria era nota fin dagli antichi greci con il nome di Enotria, terra del vino, e i suoi vini erano offerti agli atleti delle Olimpiadi come premio. La Calabria ha condizioni uniche per la viticoltura, che occupa circa 10.000 ettari del suo territorio, e che è praticata per lo più in collina (50%) o in montagna (42%), nonostante questa regione sia circondata da due mari. La storia della viticoltura in Calabria è stata interrotta bruscamente a causa della fillossera e ha visto un recupero solo nel dopoguerra, con la ricostruzione del patrimonio viticolo Calabrese. La vera rinascita della cultura enologica in questa regione è però molto più recente, grazie alla tenacia dei viticoltori Calabresi che hanno saputo tirare fuori e far conoscere il meglio da questa regione, con in tutto 10 DOC e 10 IGT. Scopri l’autenticità dei vini rossi calabresi Il vino rosso calabrese rappresenta l’80% di tutta la produzione: i vitigni più coltivati in Calabria sono infatti a bacca nera e autoctoni. I più famosi sono il Gaglioppo, protagonista indiscusso del Cirò Doc rosso e anche del Cirò Doc Rosato, il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio ed il Greco Nero. Di notevole interesse, anche se con produzioni minori, è il Magliocco Canino, diffuso nella Terre di Cosenza DOC. In generale tutti i rossi di questa regione sono accomunati da un colore intenso, una struttura potente e profumi fruttati di mora, frutta rossa in generale e spezie. Sono vini che mantengono una tipicità e una autenticità che li dividono dai rossi ottenuti dai vitigni internazionali, e rendono questa regione vitivinicola unica nel suo genere. Vino bianco calabrese: piccoli produzioni ma di qualità I vitigni a bacca bianca rappresentano solo il 20% di tutta la produzione e i più coltivati sono il Greco Bianco, il Trebbiano Toscano, il Montonico e la Guernaccia. Le migliori zone in cui si ottengono dei vini bianchi in Calabria sono le aree intorno a Cosenza, dove le intense escursioni termiche nei vigneti che raggiungono gli 800 metri in altitudine, regalano vini bianchi eleganti e profumati. La Costa dei Gelsomini, è invece la culla per eccellenza dello storico Greco di Bianco, che trova le condizioni ideali per il suo sviluppo e dà vita a bianchi entusiasmanti e ad un vino passito che farà la gioia degli appassionati. Qual è il miglior vino calabrese? La Calabria ha molti produttori interessanti, tra i quali Librandi, Ceraudo e Luigi Viola, che hanno ricevuto i Tre Bicchieri Gambero Rosso rispettivamente per il San Felice Cirò Riserva, il Moscato Passito 2018 e il Grisara Pecorello 2018. Grandi risultati per questa regione anche nella guida Vitae dell’AIS, con vini premiati con le prestigiose 4 viti come il Benvenuto Orange di Cantine Benvenuto e il Magliocco 2019 di Lento, oltre ad un altro grande vino di Librandi, il Terre Lontane. Quali sono i nomi più famosi di vini calabresi? I vini calabresi, come accade in altre zone, hanno i nomi dei vitigni come il Gaglioppo oppure i nomi relativi alla denominazione di origine dove nascono, quali Cirò, Cosenza ecc. Non mancano tra le etichette nomi di fantasia quali ad esempio Madre Goccia, Solenero e Bacche Rosa Quali sono i vini calabresi DOCG? In Calabria non ci sono vini rossi calabresi DOCG: infatti in questa regione non ci sono vini a denominazione controllata e garantita ma in compenso vi sono 10 diverse DOC e anche 10 IGT.
Calchaqui Valleys
California
La California è la più grande e la più importante regione vitivinicola degli Stati Uniti. Si estende per due terzi della costa occidentale coprendo 10 gradi di latitudine, con una topografia complessa almeno tanto quanto il suo clima che consente ai produttori della regione grande possibilità di scelta. I vini della California sono saliti alla ribalta internazionale soltanto negli ultimi decenni ma la storia vinicola della nazione inizia più di 200 anni fa. Le piante di vite europee sono state introdotte dai colonizzatori e missionari i quali coltivarono la varietà d'uva Mission, oggi non molto diffusa ma fondamentale per la viticoltura del Centro e Sud America. Nella prima metà del XX secolo l'industria enologica è stata fortemente ostacolata dalle guerre, dal proibizionismo e dalla crisi conosciuta come la Grande Depressione, ma dal 1970 i produttori diedero vita a una vivace e florida ripresa e oggi la California ospita alcune delle più grandi aziende del mondo così come piccole cantine in grado di spuntare prezzi astronomici per i loro vini di culto. Attualmente la California produce il 90% del vino americano, sia vini rossi che bianchi che spumanti. Tra le principali varietà a bacca rossa troviamo il Cabernet Sauvignon, il Pinot Nero, il Merlot, il Syrah e lo Zinfandel, mentre tra quelle a bacca bianca si annoverano lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc. I robusti portainnesti americani sono noti in tutto il mondo per la loro resistenza al temibile afide della fillossera. Vari suoli e climi scaturiscono da una pluralità di fattori quali l'altitudine, la latitudine e la prossimità alle acque fredda dell'Oceano Pacifico. In estate le fredde acque costiere contribuiscono a creare un banco di nebbia che può spostarsi anche verso l'entroterra raffreddando il territorio circostante. Le aree montuose della regione limitano l'influenza del clima marittimo. Si instaurano principalmente due aree climatiche: quella più fredda vicino alla costa, adatta per la coltivazione dei vitigni Pinot Nero e Chardonnay, e quella nell'entroterra dove il clima è più caldo e maggiormente indicato per la coltivazione di Cabernet Sauvignon e Zinfandel garantendo risultati eccellenti in entrambi i contesti.
Campania
Il vino campano ha una antichissima tradizione vitivinicola, uno tra i primi territori al mondo ad aver visto l’insediamento, la coltivazione, lo studio della vite e la produzione di vino. La diffusione della vite, infatti, risale all’epoca pre-romana, grazie soprattutto a un clima particolarmente favorevole e alla particolare natura del suolo, e in epoca romana uno dei vini più pregiati era il Falerno. Questa regione presenta un ricco patrimonio di uve di grande qualità, che danno vita a un’ampia varietà di vini, sia bianchi che rossi, tra cui tante eccellenze, molto note e apprezzate non solo in Italia, ma anche all’estero, con un totale di 4 vini DOCG, 15 Vini DOC e 10 Vini IGT divisi in 5 macrozone: il Casertano, l'area di Napoli e le splendide isole di Capri e Ischia, l'Irpinia, il Beneventano. Ovunque nella regione la composizione dei terreni è legata alle eruzioni del Vesuvio, la cui attività vulcanica ha disperso notevoli quantità di ceneri anche a lunghe distanze, arricchendo la terra di componenti minerali. Vino rosso campano Il vino rosso campano più diffuso è l’Aglianico, al quale si uniscono il Piedirosso (detto Per’e Palummo, ossia Piede di Colombo), lo Sciascinoso, il Pallagrello nero e il Casavecchia, quest’ultimo dimenticato per anni e recentemente riscoperto con ottimi risultati e vini di estrema eleganza e riccamente colorati. I due vini rossi DOCG campani, Taurasi e Aglianico del Taburno vedono entrambi come protagonista il vitigno Aglianico. Il Taurasi, che affina per almeno tre anni in botte, è molto strutturato e adatto a lunghi invecchiamenti, tale che la sua longevità può essere paragonata a quella dei grandi rossi italiani come Brunello o Barolo. L’Aglianico rientra anche nei vitigni della denominazione Campi Flegrei, dove è molto diffuso anche il Per ‘e Palummo (piede di colombo), che deve il suo nome alle nodose basi rosse dei ceppi delle viti, simili ai piedi rossi di un colombo e regala vini succosi, intensi e piacevolmente fruttati. Entrambi questi vitigni sono diffusi anche nella denominazione Costa d’Amalfi e nelle denominazioni Falerno del Massico DOC e Irpinia DOC. Da non dimenticare poi altri vitigni rossi minori come il Casavecchia, il Pallagrello nero e lo Sciascinoso. Vino bianco campano Il più antico vino bianco campano è il Falerno del Massico, che veniva prodotto dal vitigno Aminea Gemina, oggi conosciuto come Greco, ed era conosciuto e apprezzato in tutta l’antica Roma. Oggi il Greco resta uno dei vitigni più importanti della Campania e dà vita, tra gli altri, ad un bianco DOCG perfetto per i piatti di pesce e per i formaggi freschi. L’altro grande bianco campano è il Fiano di Avellino, protagonista nell’omonimo vino DOCG, che si caratterizza per sapidità e freschezza ed era uno dei vini preferiti di Federico II di Svevia. Meno prestigiosa ma apprezzatissima in tutta Italia è la Falanghina, interessantissima nella zona dei Campi Flegrei e che dà ottimi risultati anche come spumante metodo classico e il cui nome sarebbe da far derivare dalle "falange" i pali che, sin dall’antichità, venivano usati per sostenerne le viti. Altri vitigni minori sono il Coda di volpe, che fa parte della leggendaria denominazione Lacryma Christi, il Palagrello e l’Asprinio. Da non dimenticare, infine, i bianchi nati e cresciuti sull’isola di Ischia come il Forastera e il Biancolella di Ischia che nascono da viticoltura eroica, da vigneti aggrappati alla terra e affacciati su alcuni dei panorami più belli del mondo. Quanti sono i vini campani docg? Esistono in tutto quattro vini campani docg, due bianchi e due rossi. Quali sono i principali produttori di vini pregiati campani? Ci sono molti produttori di vini pregiati campani, tra i più famosi troviamo sicuramente Feudi di San Gregorio, Mastroberardino, Marisa Cuomo e Quintodecimo. Perché si parla di vini vulcanici in Campania? I vini vulcanici in Campania nascono alle pendici del Vesuvio e si arricchiscono di piacevolissime note minerali: un eccellente esempio ne è la Falanghina dei Campi Flegrei.
Canelones
Canelones è una regione amministrativa uruguaiana, situata appena a nord della capitale Montevideo, che ospita la maggior parte dei vigneti della nazione. Situata a sud, nell'entroterra della costa atlantica, si estende verso occidente fino a raggiungere l'estuario del Rio de la Plata. L'epicentro dell'industria vinicola ruota attorno le città di Juanico e Progreso, a sud-ovest della regione. La varietà d'uva protagonista è sicuramente il Tannat, che conta un numero di piante maggiore di qualsiasi altra parte del mondo. Tra le varietà a bacca rossa sono anche diffuse il Syrah, il Cabernet Franc e il Merlot, mentre tra le varietà a bacca bianca spiccano il Pinot Blanc, lo Chenin Blanc, il Sauvignon Blanc e lo Chardonnay. Il territorio è pianeggiante o presente basse altitudini. Data la sua latitudine, 33-34 °S, presenta un clima mite: i picchi di caldo estivi sono ingentiliti dalle correnti fredde provenienti dall'Oceano Atlantico. I viticoltori di Canelones ritengono che le condizioni pedo-climatiche della regione somigliano in maniera significativa a quelle dei vigneti di Bordeaux.
Canterbury - Waipara
Cape South Coast
Castile and León
Castilla-La Mancha
Catalogna
Central Otago
Valle Central
La Valle Central è una delle più importanti regioni produttive cilene in termini di volume, la quale si estende tra la Valle del Maipo e quella del Maule coprendo una distanza di circa 400 chilometri. Al suo interno comprende una notevole varietà di climi e terroir così come di stili produttivi, dai vini in stile bordolese tipici del Maipo a quelli più tradizionali caratteristici del Maule. Ma a riscuotere successo negli ultimi anni sono i vini ottenuti da climi più freschi, come quelli realizzati da vigneti situati sulle Prealpi andine e le valli fluviali temperate dalla vicinanza con l'oceano Pacifico. I vitigni più diffusi sono quelli di provenienza internazionale, su tutti Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Chardonnay e Sauvignon Blanc. Viene tenuta in debita considerazione anche il Carmenère e non è raro che i viticoltori sperimentino con varietà come il Viognier, il Riesling e persino il Gewurztraminer.
Champagne
Lo Champagne è lo spumante più famoso al mondo e il nome della regione vitivinicola da cui proviene. L'eccellenza delle produzioni, il suo carattere esclusivo e l'allure che ha acquisito nel tempo ne fanno un modello assoluto per tutte le bollicine. Situata a una latitudine nord di 49°, la regione della Champagne si trova al margine settentrionale delle zone di coltivazione della vite, con temperature medie inferiori a quelle di qualsiasi altra regione vinicola francese. In questo tipo di clima, le uve non raggiungono la maturazione ottimale per una vinificazione tradizionale ma danno il meglio di sé in seguito alla seconda fermentazione in bottiglia caratteristica del metodo di spumantizzazione Champenoise, noto in Italia con il nome di Metodo Classico. Le varietà che lo compongono sono generalmente pinot nero, pinot meunier e chardonnay ma sono ammesse in piccole quantità anche le varietà pinot bianco, pinot grigio, petit meslier e arbane. La scelta dei principali vitigni da impiegare per la produzione dello champagne dipendono unicamente dalle loro capacità di adattamento in questo terroir e ai risultati importanti che riescono a garantire, tra le poche varietà in grado di ambientarsi in un clima così freddo e umido. Ognuna di esse apporta il proprio contributo in termini di qualità e caratteristiche: il Pinot Nero struttura e aromi di frutti neri, il Pinot Meunier acidità e frutto, lo Chardonnay eleganza e finezza, ma anche una perfetta cremosità. Gli champagne differiscono tra loro per colore, grado di dolcezza, varietà d'uva oppure dal fatto di essere prodotti da una singola annata, nel caso dei millesimati, o da più annate, per gli champagne sans année. Si può parlare di Champagne Blanc de Noirs se ottenuto da sole uve a bacca nera, Blanc de Blancs se solo da uve a bacca bianca. Lo Champagne Rosé deve il suo colore rosato dal blend di vino rosso e vino bianco che compongono la sua cuvée. Gli Champagne Grand Cru e Premier Cru sono quelli prodotti nei migliori e più pregiati vigneti della regione. Tuttavia, il nome della maison, produttore, è quello che determina la maggiore o minore reputazione. Il particolare terreno contribuisce anch'esso a determinare l'esclusività di queste bollicine, con una struttura gessosa a grana molto più fine dei terreni calcarei di altre regioni vitivinicole francesi e poroso. Questa particolare conformazione fa sì che i minerali siano assorbiti più facilmente dalle radici e fornisce un eccellente drenaggio. Questa permeabilità permette l'accesso alle risorse idriche molto al di sotto, favorendo un forte sviluppo delle radici e garantendo un approvvigionamento idrico continuo. Anche all'interno di questo terroir relativamente coerente e costante, ci sono variazioni di terroir e di clima che rendono le diverse aree più adatte alle esigenze delle tre principali varietà di uva. La Cote des Blancs, opportunamente denominata Cote des Blancs - e in particolare la Cote de Sezanne - è il luogo dove si trovano i migliori siti di Chardonnay, mentre la Montagne de Reims e la Vallee de la Marne sono ideali per il Pinot Noir e il Pinot Meunier.
Coastal Region
Cognac
Dordogne
Douro
Eger
Emilia Romagna
Il territorio dell’Emilia Romagna è diviso in due dalla via Emilia, che l’attraversa in tutta la lunghezza: da una parte l’Appennino, con i suoi morbidi rilievi particolarmente vocati alla viticoltura, dall’altra la pianura, che scende verso il Po fino alla costa adriatica. Lungo la via Emilia si trovano quattro zone produttive: i Colli di Piacenza e Parma, dove prevalgono la Bonarda e la Barbera; le terre del Lambrusco, estese dalle colline fino alle rive del Po tra Reggio Emilia e Modena; i Colli Bolognesi e la bassa valle del Reno, in cui si producono vini bianchi di tradizione; infine la Romagna, con Sangiovese, Albana e Trebbiano a dominare la scena.
Friuli Venezia Giulia
Il vino friulano ha saputo trovare una ampia platea di consumatori in Italia e nel mondo, restando fedele alla propria tradizione e ai propri vigneti autoctoni. Il Friuli Venezia Giulia è una regione dai grandi risultati vitivinicoli grazie ai peculiari tratti fisici e geografici, con l’alternarsi di terre affacciate sulla laguna veneta, morbide colline e imponenti rilievi, e al costante impegno di piccoli e grandi produttori che hanno saputo coniugare un’antica tradizione alle più moderne tecnologie. Tra le principali denominazioni della regione ricordiamo Collio DOC, Friuli Colli Orientali, Friuli Grave DOC e Friuli Isonzo DOC, ognuna con le sue distinte peculiarità. Vino Rosso Friulano Vi sono esempi di ottimo vino rosso friulano, nonostante la regione sia molto più famosa per il vino bianco. Probabilmente la denominazione più famosa per i rossi è Friuli Grave DOC, che comprende vini prodotti in un ampio territorio del Friuli, in provincia di Udine e Pordenone, caratterizzato fondamentalmente da terreni di origine alluvionale, drenanti e ricchi di ciottoli e sassi, rivelatosi molto adatti per la coltivazione della vite, in particolare per i vitigni a bacca rossa. Da questa zona provengono produttori come Vistorta, Fantinel, Pighin. Non mancano i rossi neanche nella DOC Collio, dalle uve di Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Pinot Nero. Tra i vitigni autoctoni a bacca rossa il più famoso è senza dubbio il Refosco dal Peduncolo Rosso. Vino Bianco Friulano Il vino bianco friulano è conosciuto in tutto il mondo e una delle più interessanti denominazioni è senza dubbio la Collio Doc, che comprende i territori collinari in provincia di Gorizia. I vini bianchi Collio Doc, tra i più famosi e apprezzati in Italia e nel mondo sono prodotti con: Chardonnay, Malvasia istriana, Pinot Bianco, Picolit, Pinot Grigio, Sauvignon, Friulano, e Ribolla Gialla. Da questa regione provengono i vini di grandissimi cantine come Jermann, Gravner, Schiopetto, Villa Russiz, Livon, Cormons. Anche la denominazione Friuli Colli Orientali DOC individua una delle zone italiane maggiormente vocate per la produzione dei vini bianchi di qualità. Friuli Colli Orientali DOC comprende il territorio dei comuni di Attimis, Buttrio, la parte est di Cividale, Corno di Rosazzo, Faedis, Manzano, Nimis, Povoletto, Premariacco, Prepotto, S. Giovanni al Natisone, S. Pietro al Natisone, Tarcento e Torreano in provincia di Udine. Comprende inoltre le sottozone di Cialla, Ribolla Gialla di Rosazzo, Pignolo di Rosazzo, Schioppettino di Prepotto e Refosco di Faedis. Questa è la terra di Livio Felluga, Bastianich, Le vigne di Zamò e Zorzettig. Friuli Isonzo, invece, si trova nell'area orientale della regione, a sud di Collio, nella piana alluvionale lungo il fiume Isonzo, da cui prende il nome. Oltre al clima eccezionale, che alterna calde brezze marine e venti freschi provenienti dalle montagne, concorrono a creare condizioni ottimali per la produzione di vini di qualità i terreni ricchi di gesso e argilla della riva sinistra e la ghiaia bianca della riva destra. In particolare, i vini ottenuti da Sauvignon Blanc e Chardonnay hanno portato l'Isonzo alla ribalta, grazie anche al lavoro di cantine come Vie di Romans. Quali sono i migliori abbinamenti per il vino friulano? Il vino friulano, nelle sue varie tipologie, è perfetto per ogni abbinamento. I bianchi soavi e delicati dell’Isonzo sono l’ideale da abbinare a piatti semplici di verdure, risotti e antipasti di pesce e formaggi, i bianchi strutturati del Collio sono più adatti a piatti più complessi o con salse, pesci alla griglia o zuppe e i rossi, di carattere e di grande tipicità, sono ideali con i piatti più gustosi di carne della tradizione italiana. Quali sono le principali caratteristiche del vino friulano bianco? Il vino bianco friulano si distingue per eleganza e struttura, soprattutto per quanto riguarda i vini da uve internazionali come Chardonnay e Sauvignon. Tra i bianchi nati da uve autoctone non possiamo non citare la Ribolla, definita il “bianco per chi ama i rossi grazie alla sua struttura”, e il Tocai, ottimo bianco perfetto per il pesce. Qual è il vino friulano rosso più famoso? Il vino rosso più famoso e rappresentativo è di certo quello ottenuto dal Refosco dal Peduncolo rosso, vitigno che deve il suo nome al fatto che i grappoli hanno il graspo rosso.
Galicia
Highland
Hokkaido
Ica Valley
Islands
Islay
Isle of Mull
Jalisco
Juanico
Jura
Kakheti
Kentucky
Kremstal
Languedoc-Roussillon
Languedoc-Roussillon nasce come regione amministrativa nel 1980. Dal 2016 è compresa nella più ampia Occitania, dopo l'accorpamento con Midi-Pyrénées. Situata vicino la costa mediterranea, si estende a nord nelle città di Nîmes e Montpellier e confina a sud con la Spagna. Al suo interno comprende diverse denominazioni tra cui la Côtes du Roussillon, Minervois e Banyuls oltre alla Pays d'Oc IGP che può essere utilizzata per i vini prodotto in quasi tutto il suo territorio. Languedoc e Roussillon sono due zone diverse sia da un punto di vista culturale che geografico. Culturalmente la Languedoc è più affine alla tradizione francese, invece Roussillon mostra chiare influenze ispanico-catalane. La regione è complessivamente calda e secca, con un clima mediterraneo, tuttavia i vigneti della Languedoc sono concentrati maggiormente nella pianura costiera mentre quelli di Roussillon sono per lo più arroccati alle pendici dei Pirenei. La produzione è molto varia e include espressioni molto diverse tra loro: dagli spumanti Blanquette de Limoux ottenuti dalla varietà autoctona Mauzac, fino ai vini rosati della Côtes du Roussillon e ai rossi fortificati di Banyuls. A differenza di altre regioni favorite dal trasporto fluviale interno la domanda dei vini della Languedoc-Roussillon crebbe unicamente in seguito alla costruzione del primo sistema ferroviario.
Lazio
Il vino laziale ha origini antichissime risalenti alla popolazione etrusca che abitava le zone della Toscana e dell’alto Lazio. Da questi antecedenti la civiltà romana ebbe modo di trarre una cultura vinicola e di svilupparla alle porte della città di Roma, in particolare nell’area sudorientale corrispondente attualmente alla zona dei Castelli Romani. Era qui che figure di spicco come Catone il Censore e Marco Tullio Cicerone avevano scelto di porre le loro dimore estive, lontano dagli impegni cittadini e dal caos della vita pubblica. La cultura vitivinicola legata all’evoluzione dell’Impero permise presto la diffusione di vini locali e d’importazione che, quasi in maniera ininterrotta, hanno ci consegnato testimonianze storiche su abitudini e modalità di consumo del tempo. Proprio Catone già nella prima metà del II secolo a.C. pubblica un De agri cultura un testo di enorme importanza nel testimoniare il successo della viticoltura presso i Castelli Romani e ricco di intuizioni e consigli su come allevare la vite e procedere con sane pratiche di vinificazione. Al XII secolo si deve, invece, una leggenda che riferisce alla zona del viterbese la celebrità del Montefiascone Est! Est!! Est!!!. Si tratta di un vino bianco ricordato per la singolare vicenda del vescovo Johannes Defuk, un prelato noto per la grande passione per i vini che, trovandosi al seguito di Enrico V in viaggio per Roma, decise di affidare al suo messo un compito molto delicato: contraddistinguere con un segno di riconoscimento le locande in cui veniva servito vino di qualità. Proprio il servitore menzionò tre volte, con la sigla Est! Est!! Est!!!, il luogo in cui veniva servito questo eccellente vino destinato poi a rimanere nella storia. La popolarità di queste zone permise ancora durante la metà del secolo XIX di classificare i vini di Montefiascone, Frascati e Marino come i vini più richiesti. Ancora oggi di ampio consumo grazie all’attento lavoro di promozione e tutela, le denominazioni Marino DOC e Frascati Superiore DOCG continuano a proporre e diffondere importanti varietà come Bellone, Bombino, Malvasia e Trebbiano. Rispetto ai vitigni a bacca rossa, oltre all’importante e pur limitata diffusione di Syrah e Cabernet Sauvignon, il Cesanese resta nel basso Lazio un vitigno ampiamente apprezzato e ritenuto normalmente adatto alla produzione di vini freschi e beverini. Dal 2008 il Cesanese del Piglio è l’unico vino rosso con la denominazione DOCG. Nella zona costiera meridionale della regione, un altro vitigno ha preso piede nel tempo continuando ad esibire riscontri positivi da parte del pubblico degli appassionati: il Moscato di Terracina. Con circa 140 ettari vitati, il Moscato di Terracina presenta le caratteristiche aromatiche delle uve Moscato ed è vinificato sia nella versione secca che dolce. Il vino rosso laziale Il vino rosso laziale è prodotto con una serie di vitigni a bacca rossa e seguendo una distribuzione in base alle caratteristiche pedoclimatiche della regione. Nella Ciociaria, zona compresa all’interno della Provincia di Frosinone, è particolarmente diffuso il Cabernet Sauvignon che dà origine alla denominazione Atina DOC. Nella zona meridionale della Capitale vengono prodotti alcuni rossi a base di Sangiovese, Syrah e Petit Verdot, spesso superati in termini di consumo e notorietà dai grandi bianchi a base di Malvasia. Buona parte di Sangiovese è diffusa anche nell’alto Lazio mentre il Cesanese spadroneggia nella zona a sud di Roma concentrandosi soprattutto nell’area compresa tra Fiuggi e Palestrina. Qual è il miglior vino del Lazio? Difficile dire quale sia il miglior vino del Lazio con tante varietà da provare e moltissime rappresentanze provinciali. Sicuramente il Cesanese del Piglio è un vino da valorizzare dedicandogli assaggi ripetuti, mentre i Castelli Romani meritano la scoperta della Malvasia Puntinata attraverso la degustazione di vini ricadenti nelle denominazioni Frascati DOC e Frascati Superiore DOCG. Quali sono i produttori di vino del Lazio? Tra i migliori produttori di vino del Lazio compaiono senz’altro Poggio Le Volpi, Casale del Giglio e Federici per quanto riguarda la zona dei Castelli Romani. Ubicata nei pressi del confine umbro merita particolare attenzione anche la cantina Sergio Mottura. Quali sono i migliori abbinamenti gastronomici per i vini del Lazio? La possibilità di spaziare tra vini rossi e bianchi concede sicuramente ampia scelta per l’abbinamento dei vini laziali a piatti regionali o italiani. Sicuramente i grandi rossi del Lazio si prestano benissimo alle carni cotte alla brace come agnello e maiale, riuscendo a sostenere molto bene primi piatti locali molto saporiti come la carbonara e la gricia. La versatilità dei bianchi secchi permette abbinamenti molto dinamici con fritture di pesce o pesce alla griglia come nel caso del Moscato di Terracina secco. Interessante anche l’abbinamento dei vini a base di Malvasia Laziale con carni di maiale arrosto come la porchetta castellana o con i fritti a base di agnello e carciofi.
Liguria
La Liguria è una delle regioni vitivinicole più piccole d’Italia. La sua conformazione, stretta tra Alpi, Appennini e il mare, rende la viticoltura estremamente difficile; al tempo stesso, il clima mite che caratterizza la zona collinare dell’immediato entroterra rappresenta una condizione estremamente favorevole per la coltivazione della vite. Per questo, la Liguria vanta una buona tradizione in campo enologico, influenzata positivamente anche dalla presenza del mare che, oltre a donare un carattere particolare ai vini, ne ha da sempre favorito la commercializzazione e diffusione.
Loira
La Valle della Loira è una regione chiave per l'enologia francese. Sviluppata intorno al corso del fiume Loira, si estende dalle colline di Auvergne fino alle pianure costiere vicino Nantes. Importante sia in termini quantitativi che di qualità, fa della diversità il suo punto di forza assoluto: nella Valle della Loira sono prodotti sia leggeri e vibranti Muscadet che versioni frizzanti di Vouvray, passando per i dolci e mielati Bonnezeaux per chiudere con i vini bianchi che hanno reso celebre questa regione vitivinicola, quelli di Sancerre e Pouilly-Fumé. Le varietà a bacca bianca sono decisamente più diffuse, con una buona presenza di Sauvignon Blanc, Chardonnay, Chenin e Melon de Bourgogne. Tuttavia, di recente sta prendendo piede anche la produzione di vini rossi come il leggero e fruttato Gamay o lo speziato e tannico Bourgueil. Un ruolo importante è giocato dal vitigno Cabernet Franc che rientra nella composizione tra gli altri dei vini Chinon Rouge e Saumur. Il clima varia da continentale, a nord della Loira, a marittimo man mano che ci si avvicina alla costa Atlantica, mentre i suoli variano dal granito duro della Côtes du Forez, al tufo morbido e friabile di Anjou, passando per terreni caratterizzati da selce e pietra calcarea intorno a Sancerre e Pouilly sur Loire. Una tale diversità ha reso necessario suddividere la Valle della Loira in aree più piccole. Le principali sono Pays Nantais nota per i vini Muscadet, Anjou per i suoi Chenin Blanc, Tourraine per i suoi rossi a base di uve Cabernet Franc, ma soprattutto la Upper Loire casa dei vini Sancerre e Pouilly-Fumé realizzati a partire da uve Sauvignon Blanc.
Lombardia
Produzione limitata in termini di quantità, ma una grande varietà di territori e di vini. Ecco ciò che caratterizza la realtà vitivinicola della Lombardia, che presenta produzioni molto diverse tra loro grazie a una notevole eterogeneità degli ambienti, dalle montagne alle colline, dalla pianura fino ai laghi. Dai grandi rossi della Valtellina alle bollicine della Franciacorta e dell’Oltrepò, la Lombardia ospita denominazioni di fama nazionale e piccole denominazioni meno conosciute. In questa regione convivono vitigni nazionali e internazionali, dando vita a prodotti enologici più o meno legati al territorio, ma sempre accomunati da una grande qualità.
Lower Austria
Macedonia
Maldonado
Regione emergente collocata a sud dell'Uruguay, Maldonado rappresenta una promessa per il futuro enologico della nazione. Posizionata alle stesse latitudini di altri grandi paesi produttori di vino, come l'Argentina, il Cile, l'Australia e il Sudafrica, si caratterizza per un clima caldo marittimo mitigato dalla fresche brezze provenienti dall'Oceano Atlantico, ma anche per altitudini più elevate e una maggiore varietà geografica rispetto al resto della nazione. I suoli sono poveri e garantiscono un buon drenaggio, composti da un insieme di granito, roccia e sabbia. I vigneti, situati nelle colline dell'entroterra, ospitano sia varietà a bacca rossa, tra cui le principali sono Tannat, Merlot, Cabernet e Malbec, sia varietà a bacca bianca, come Sauvignon Blanc, Chardonnay, Sémillon, Riesling e Albariño.
Marche
La viticoltura nelle Marche si avvia con l’arrivo dei Greci siracusani e si afferma con i romani, grazie ai quali la fama del vino Piceno si diffonde in tutto l’impero. Da sempre terra di eccellenze, questa regione si colloca tra le aree italiane a più alta vocazione vitivinicola, che si esprime attraverso una pluralità di espressioni vinicole. L’influenza del mare Adriatico su cui le Marche si affacciano e le barriere naturali create dai monti, creano in questo territorio dei microclimi rari e particolari che danno vita a vini tipici, dagli aromi inconfondibili, la cui produzione è affidata per lo più a piccole cantine, dove fare vino è una tradizione tramandata di generazione in generazione.
Marlborough
Martinique
Mendoza
Mendoza è di gran lunga la regione vinicola più estesa dell'Argentina, situata a ovest su un altopiano ad alta quota ai margini delle Ande. I vigneti sono concentrati principalmente nella parte settentrionale della regione e coprono il 70% della produzione enologica argentina. Il vitigno Malbec, importato dall'agronomo francese Miguel Aimé Pouget, ha trovato piena cittadinanza in questa parte di Nuovo Mondo, tanto che i vini rossi ottenuti da questa varietà d'uva, molto concentrati e intensi, sono diventati famosi in tutto il mondo: Luján de Cuyo, la Valle del Maipu e la Valle dell'Uco ospitano alcuni dei più grandi nomi del vino argentino. La storia enologica della regione risale all'epoca coloniale, con le primi viti piantate dai sacerdoti dell'ordine dei Gesuiti a metà del XVI secolo. La produzione anticamente destinata a un uso interno, ha conosciuto una florida espansione nel 1885 con la costruzione di una linea ferroviaria che collegava Mendoza alla capitale Buenos Aires, favorendo il trasporto e la commercializzazione del vino al di fuori della regione. I vigneti ubicati ad altitudini importanti, generalmente compresi tra gli 800 e 1.200 metri sul livello del mare, possono beneficiare di un clima più moderato di quello molto caldo e secco che è possibile riscontrare a bassa quota. Inoltre, la notevole escursione tra il giorno e la notte, dovuta all'intervento dei freddi venti occidentali, determina un rallentamento nella maturazione che apporta sapori più ricchi e maturi nelle uve. I periodi vendemmiali sempre caldi e asciutti consentono ai viticoltori di scegliere il momento più opportuno per la raccolta basandosi unicamente sullo stadio di maturazione raggiunto e di decidere con maggiore libertà gli stili produttivi che intendono adottare per i propri vini. Il suolo asciutto e poco fertile si rivela perfetto per la coltivazione della vite, costretta a sviluppare radici molto profonde per raggiungere l'acqua e il nutrimento di cui hanno bisogno, producendo bacche piccole e concentrate che daranno vita a vini strutturati, minerali e dai tannini decisi. Oltre al Malbec, a Mendoza c'è spazio anche per la coltivazione di uve Cabernet Sauvignon, Syrah, Chardonnay, Torrontés e Sauvignon Blanc, ma è da poco cominciato anche il cammino della regione come produttrice di spumanti di qualità. La bellezza naturale del territorio la rende una gettonata meta enoturistica.
Minho
Molise
Il Molise è una piccola regione dalla morfologia territoriale assolutamente unica. La viticoltura, praticata sia in collina che in zone montuose, ha origini antiche che si fanno risalire ai Sanniti, anche se furono i Romani ad estentere, in tempi successivi, la coltivazione della vite su territori più vasti. Paesaggi incontaminati, grandi potenzialità e una tradizione tramandata di padre in figlio: sono questi tre punti di forza della produzione enologica molisana, che è riuscita nel tempo a trovare il suo giusto spazio nel panorama vitivinicolo nazionale, riuscendo ad esprimere appieno la propria identità e tipicità.
Mosel
Murcia
Nahe
Negros Island
New South Wales
Niagara
Normandy
Occitania
Paarl
Palatinate
Patagonia
La Patagonia è la regione vinicola più meridionale del Sud America: una zona remota e desertica che, contrariamente a ogni aspettativa si è dimostrata, anche grazie al suo clima fresco e secco, particolarmente adatta alla produzione di eleganti vini rossi da uve Pinot Nero e Malbec. Si tratta di un'area molto vasta, grande due volte la California, che si estende per 300 chilometri lungo i fiumi Rio Negro, Neuquén, Anelo e Choele. L'alternanza di giornate calde e notti fredde rallentano la maturazione e la prolungano, portando allo sviluppo del ricco patrimonio varietale delle uve. La reputazione della Patagonia si deve alla sua sottoregione Rio Negro e all'emergente Neuquén, da cui si originano vini dallo stile più europeo. Se è vero che il Malbec ricopre un ruolo centrale nella produzione enologica della Patagonia, il primato assoluto spetta al Pinot Nero.
Peloponnese
Piemonte
Il vino piemontese rappresenta uno dei capisaldi dell’enologia italiana, raggruppando alcune delle denominazioni più prestigiose soprattutto nell’ambito dei vini rossi come Barolo e Barbaresco. Terra di tradizione enologica fin dall’antichità, il Piemonte produce grandi vini sulle sue colline e sulle fasce alpine e prealpine. In questi luoghi, che si differenziano grazie alle diverse caratteristiche geografiche e climatiche che li caratterizzano, è preponderante il lavoro manuale dell’uomo e si perseguono basse rese per ettaro, per esaltare la qualità dei vini che qui prendono vita. Dai raffinati e sontuosi rossi ai rotondi e profumati bianchi, fino agli invitanti e piacevoli vini da dessert, il variegato patrimonio vitivinicolo di questa regione ne fa un’area di straordinarie eccellenze, apprezzate sia a livello nazionale che internazionale. Vino rosso piemontese Il vino rosso piemontese è ottenuto principalmente da varietà autoctone, che vedono primeggiare il Nebbiolo, padre dei grandi rossi come Barolo e Barbaresco, ma anche presente in rossi meno conosciuti ma altrettanto interessanti come il Gattinara, il Ghemme, il Carema ed il Fara, oltre che di bollicine alternative e originali. Tra i rossi non possiamo dimenticare certamente la Barbera, che trova nel territorio di Alba vini rossi corposi e strutturati (si dice che “baroleggia”), in Asti vini di grande longevità e nel Monferrato rossi frizzanti e piacevoli, famosi grazie a “La Monella” di Braida. Altri rossi decisamente interessanti e di grande bevibilità sono il Grignolino (il vino “anarchico” secondo Veronelli), il Dolcetto (con le varianti territoriali, da Ovada ad Alba passando per Dogliani) e la Freisa. Da provare, infine il Ruché del Monferrato, da un’uva autoctona salvata dall’estinzione, e il raro Verduno Pelaverga. Di rilevanza storica anche un’ultima uva, il Brachetto, che da sempre dà origine al dolcissimo e irresistibile Brachetto d’Acqui. Vino bianco piemontese Se il vino bianco piemontese più famoso è senza dubbio il Gavi, ottenuto da uve cortese, vi sono altri vini altrettanto interessanti e particolari. Non possiamo per esempio non citare il Timorasso dei colli Tortonesi, adatto anche a lunghi invecchiamenti, o il Roero Arneis, unico bianco in terra di Langa. Interessanti anche il Moscato e l’Erbaluce di Caluso che danno vita sia a vini dolci si a vini bianchi secchi che a vini spumanti. In Piemonte sono presenti però anche varietà internazionali a bacca bianca, quali lo Chardonnay, utilizzato nel pregiato metodo classico Alta Langa DOCG, e il Riesling, che riesce a dare vini di grandissima longevità. Qual è il più pregiato vino rosso piemontese? Il più pregiato vino rosso piemontese è senza dubbio il Barolo, noto anche come il re dei vini e il vino dei re. Quanti vini doc piemonte esistono? Il Piemonte conta 41 vini a denominazioni di origine controllata DOC e 18 vini DOCG. Come si abbina un vino rosso robusto piemontese? L’abbinamento perfetto con un vino rosso robusto piemontese è senza dubbio quello con le carni, sia sotto forma di stracotto e arrosto, sia come ragù a condimento di pasta o ravioli.
Primorska
Provenza
La Provenza occupa l'angolo sud-est della Francia ed è una regione vitivinicola nota soprattutto per la qualità dei suoi vini rosati. Si caratterizza per un clima mite decisamente mediterraneo che contribuisce a creare in questa zona le condizioni ideali per la viticoltura. Con il passare degli anni e la modernizzazione riscontrata in campo enologico le popolari uve Greanche, Syrah e Cabernet Sauvignon hanno preso il posto delle tradizionali Carignan, Barbaroux e Calitor. Tuttavia, negli ultimi anni, stanno riscuotendo successi anche le uve autoctone di Mourvèdre, Tibouron e Rolle, corrispondente al Vermentino. Il territorio piuttosto vasto comprende poche denominazioni in proporzione: la più grande è la Côtes de Provence ma sono degne di nota anche la Côteaux d'Aix-en-Provence, Ventoux e Luberon. In Provenza si possono trovare anche i vini rossi intensamente profumati di Bandol o i bianchi corposi di Cassis, tuttavia il suo nome rimane indissolubilmente legato ai suoi vini rosati di fama internazionale.
Rapel Valley
Rheingau
Rheinhessen
Valle del Rodano
Situata nella parte sud-est della Francia, la Valle del Rodano è una delle zone vitivinicole più significative, la cui estensione segue il corso del Rodano, da Lione fino al delta del fiume che sfocia nel Mediterraneo. Il territorio è molto vasto ed è contraddistinto da una notevole varietà di suoli e mesoclimi. Si distinguono in maniera netta la zona a nord e quella a sud della valle, data l'assenza di vigneti tra di esse per circa 40 chilometri. La parte nord è più piccola ma più improntata alla qualità, caratterizzata principalmente dalla presenza di colline granitiche e un clima complessivamente continentale. Da essa scaturiscono grandi vini bianchi a base di uve Viognier, Marsanne e Roussanne, ma soprattutto grandi vini rossi a base di uve Syrah. Comprende zone ad alta reputazione come Hermitage e Côte-Rôtie. La parte sud della valle invece è più prolifica e meno prestigiosa ma racchiude al suo interno la famosa appellation Châteauneuf-du-pape.
Ribera del Duero
Rioja
Salta
Situata nella parte più a nord dell'Argentina, la regione di Salta comprende vigneti estremi sia per latitudine, prossima a quella dell'Equatore, sia per altitudine, raggiungendo anche i 3000 metri sopra il livello del mare. Le alte temperature tipiche di queste coordinate geografiche incontrano quelle più fredde dovute alla notevole altezza generando un clima ideale per una viticoltura di qualità. I rilievi montuosi ostacolano il passaggio di nuvole ricche di pioggia determinando cieli tersi e basse precipitazioni, ma forniscono anche l'irrigazione necessaria attraverso l'acqua di scioglimento proveniente dalle cime innevate. Malbec, Cabernet Sauvignon, Merlot e Tannat sono le varietà a bacca rossa più importanti della regione, mentre Chardonnay e Torrontés spiccano tra le varietà a bacca bianca. Le principali aree vinicole di Salta sono Cafayate e i vigneti di Molinos. Cafayate, in particolare, si sta rapidamente guadagnando una reputazione internazionale per l'alta qualità dei vini che vi si producono, così come per le peculiarità del suo terroir.
San Juan
San Juan è la seconda regione più produttiva dell'Argentina dopo Mendoza. Il suo territorio è interamente compreso tra le colline che precedono la catena montuosa delle Ande. È una regione semi-desertica, dal clima continentale e molto secco, in cui la viticoltura può realizzarsi solo per la presenza dei fiumi San Juan e Jachal e di efficienti sistemi di irrigazione, ma anche dall'altitudine mediamente elevata a cui sono collocati i vigneti che mitiga le temperature locali. Qui i vitigni di origine europea, come Bonarda, Syrah, Cabernet, Malbec e Merlot per i vini rossi e Chardonnay, Sauvignon Blanc, Torrontés e Viognier per i bianchi, hanno trovato un luogo fiorente per la loro crescita vegetativa. All'interno di San Juan si possono distinguere tre sottoregioni, una più interessante dell'altra. La Valle di Pedernal, nota per la produzione di vini di alta qualità, prende il nome dal termine spagnolo usato per indicare le selci di cui sono ricchi i suoi terreni, i quali limitano la resa e la crescita delle piante portando alla produzione di vini con aromi e tannini più concentrati. La Valle di Tullum invece è riconosciuta per la produzione di Syrah densi e pepati ricchi di carattere e per i suoi bianchi di qualità. Infine, la Valle di Zonda ha come elemento caratterizzante il forte vento di foehn omonimo Zonda che contribuisce sia positivamente che negativamente alla viticoltura: esso protegge infatti dal rischio di malattie ma al contempo ostacola la crescita delle piante più giovani. I terreni porosi e rocciosi di questo territorio richiedono alle viti lo sviluppo di radici profonde per poter raggiungere l'acqua necessaria al loro sviluppo, con l'effetto di produrre acini con una buona concentrazione di zuccheri e tannini i quali si tradurranno in vini complessi e strutturati.
Santorini
Sardegna
Il vino sardo è prodotto in una delle zone più interessanti d’Italia dal punto di vista vitivinicolo, non solo per il territorio, diviso tra il clima mediterraneo delle coste e quello temperato dell’interno, ma soprattutto per la massiccia presenza di vitigni autoctoni. Unica, al punto da essere una delle poche zone al mondo in cui sono ancora presenti delle viti a piede franco, questa regione è ricca di contrasti, con le vigne di Carignano del sulcis che affondano le radici nella sabbia della costa e una sola DOCG in tutta la regione. Piccoli e grandi produttori hanno fatto conoscere i vini sardi in tutto il mondo, con autentici gioielli osannati da pubblico e critica come il Turriga di Argiolas e il Terre Brune di Santadi. Vini bianchi sardi Il Vermentino è sicuramente il più famoso vino bianco sardo, anche se occorre distinguere tra il Vermentino di Sardegna Doc, che può essere prodotto in tutta la regione, e il Vermentino di Gallura, unica DOCG della Sardegna, nato nelle province di Olbia Tempio e Sassari, che non solo è uno dei migliori vini bianchi d’Italia, ma è prodotto in diverse tipologie, comprese spumante e passito. Notevoli espressioni del territorio sono anche il Nasco e il Nuragus di Cagliari, e soprattutto la Vernaccia di Oristano, un bianco complesso ideale anche per lunghi invecchiamenti. Eccellenti i risultati delle uve a bacca bianca autoctone sia per gli spumanti metodo classico e metodo Charmat, come il Torbato e il Vermentino, sia per i vini passiti, come la Malvasia di Bosa e il Moscato di Sardegna. Vini rossi sardi Il vino rosso sardo più famoso è senza dubbio il Cannonau, portato sull’isola dagli spagnoli (dove tutt’ora è noto come Alicante), che si divide in classico (se coltivato in tutto il territorio del Nuorese e dell’Ogliastra) e nelle sottozone Oliena, Jerzu e Capo Ferrato. L’altra uva autoctona a bacca rossa è il Carignano del Sulcis, che dà vita a vini rossi e rosati, che nella denominazione sono disponibili anche nelle tipologie riserva, superiore, novello e passito. Da non dimenticare poi, le uve a bacca rossa come il Bovale e il Cagnulari che, coltivate ad alberello, sono vinificate in purezza per rossi di grande tipicità, e unite ad altre uve in denominazioni come Cagliari Doc e Terralba Doc. Ultimo ma non meno importante il rosso Monica, che sembra che sia arrivato in Sardegna grazie ai monaci Camaldolesi intorno all'anno Mille e che oggi è prodotto su tutta l’isola. Quali sono i vini sardi DOCG? In Sardegna c’è solo una DOCG ed è il Vermentino di Gallura DOCG, ma esistono ben 19 DOC e 15 IGT capaci di soddisfare tutti i palati. Le denominazioni più famose sono senza dubbio il Vermentino di Sardegna DOC, il Cannonau di Sardegna DOC e il Carignano del Sulcis DOC, ma non mancano le eccellenze neanche tra i vini dolci con autentiche chicche come la Malvasia di Bosa DOC e il Moscato di Sorso-Sennori DOC. Quali sono i migliori vini sardi? I migliori vini sardi famosi in tutto il mondo sono il Terre Brune di Santadi, capolavoro regalato all’isola dal grande enologo Giacomo Tachis, il Turriga di Argiolas, premiato dalle guide nazionali e internazionali e il Marchese di Villamarina, ma anche con vini bianchi come il Vermentino di Capichera. Qual è il miglior abbinamento per un vino rosso tipico sardo? I vini rossi sardi, così ricchi di carattere e con tannini ben presenti, sono perfetti in abbinamento con piatti complessi e strutturati, come formaggi stagionati e soprattutto piatti di carne. Perfetti con il gusto della carne alla griglia, sia che si tratti di maiale e manzo, sia che si tratti di selvaggina e cinghiale, sono decisamente da provare con formaggi stagionati e piatti rustici ricchi di gusto, soprattutto nel caso di riserve o vini dal lungo affinamento come il Turriga.
Savoy
Serra Gaucha
Sicilia
La Sicilia è un’isola felice per il vino: dalle pendici dell’Etna alle coste del Cerasuolo, fino alle piccole isole di Salina e Pantelleria, ogni zona ha il suo vitigno e il suo stile, con vini così diversi che talvolta sembrano provenire da continenti differenti, ottenuti sia da uve autoctone come il Grillo, il Carricante e il Frappato, sia da grandi vitigni internazionali che hanno trovato sull’isola un piccolo paradiso, come lo Chardonnay. La viticoltura in questa regione ha origini antiche, sospese tra la leggenda che narra di un Dionisio assetato, dalle cui lacrime nacque la prima vite, e la storia che documenta l’arrivo dei Greci, e prima di loro addirittura dei Fenici, con le prime barbatelle. Carattere e unicità dei vini rossi siciliani. Le pendici dell’Etna rappresentano sicuramente una delle zone più vocate per la viticoltura in Sicilia, con eccellenti risultati per il vino rosso siciliano, che qui assume un’eleganza quasi alpina. Qui le condizioni estreme come il terreno vulcanico, la pendenza dei terreni e l’altitudine dei vigneti rendono la viticoltura eroica e sono pochi vitigni autoctoni, come il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio. La Sicilia ha però molte altre denominazioni interessanti per quanto riguarda i vini rossi: oltre all’Etna Doc troviamo infatti, accanto alla piccolissima Doc Eloro, che custodisce rari vitigni autoctoni quali Perricone e Pignatello, la denominazione Contessa Entellina, culla dei rossi siciliani di culto, come il Mille e Una Notte, ottenuti dal Nero d’Avola oppure dalle uve internazionali di Cabernet e Merlot. Da non dimenticare il Cerasuolo di Vittoria, nella Sicilia sud-orientale, unico DOCG della regione e mirabile unione di Nero d’Avola e Frappato. Vino bianco siciliano: secco o dolce, è comunque un capolavoro. Carricante, Grillo, Chardonnay, Malvasia: la Sicilia non è solo patria di grandi vini rossi ma anche di bianchi intensi e profumatissimi e di vini dolci da far perdere la testa. Dalle uve aromatiche di Chardonnay nascono vini bianchi siciliani da invecchiamento nelle Doc Melfi e Alcamo, in grado di competere con i grandi vini di Borgogna, mentre Moscato, Zibibbo e Malvasia danno vita a vini freschi ed entusiasmanti a Salina e sulle coste siciliane, che diventano splendidi vini dolci passiti a Pantelleria, nelle Lipari e a Noto. Eccezionali anche i risultati della viticoltura eroica sull’Etna, dove i bianchi ottenuti dalle uve di Carricante si distinguono per mineralità e longevità. Ultimo ma non per importanza, il Marsala, nato principalmente da uve bianche e storico vino dell’isola di Sicilia. Qual è il più pregiato vino siciliano? Difficile rispondere a questa domanda, perché la Sicilia ha una produzione di vino pari a quella di Veneto e Toscana, di certo non possiamo non citare tra i vini rossi il Mille e Una Notte di Donnafugata e l’Harmonium di Firriato tra i vini rossi e lo Chardonnay di Planeta tra i bianchi. Ci sono però altre cantine che producono vini eccellenti come Tasca d’Almerita e Duca di Salaparuta, Li Ciuri e Cusumano, Palmento Costanzo e Nicosia solo per citarne alcune. Tra i big dei vini dolci non possiamo dimenticare, infine, i Marsala di Florio e i vini dolci di Donnafugata. Qual è il vino siciliano dolce più antico? Il Marsala è senza dubbio uno dei vini dolci più antichi della Sicilia: già nel 1832 Vincenzo Florio, originario di Bagnara Calabra esportava questo vino dolce in oltre 99 paesi in tutto il mondo. Qual è il miglior abbinamento per un vino siciliano bianco? I vini siciliani bianchi, con la loro caratteristica intensità che li accomuna tutti, la mineralità che caratterizza quelli dell’Etna e le note sapide tipiche di quelli nati sulle Isole sono perfetti in abbinamento a tutti i piatti di pesce ricchi di gusto, dalle pietanze con le sarde fino alla pasta con pesce spada, passando per zuppe di pesce e cous cous fino ad arrivare a calamari ripieni e tonno in agrodolce e con la caponata di melanzane.
South Australia
L'Australia Meridionale è uno dei sei stati del continente situato, come suggerisce lo stesso nome, nella parte più a sud dell'isola. Considerato il motore produttivo dell'industria enologica australiana, è responsabile di circa la metà della produzione totale del continente. Ma sono innumerevoli i vini di alta qualità, talvolta anche da collezione, che si possono trovare, specialmente realizzati a partire dalla varietà d'uva simbolo della regione: lo Shiraz. Tra i vini rossi prosperano anche i vini a base di Cabernet Sauvignon della Limestone Coast. Anche il Grenache si è ben adattato al clima dell'Australia Meridionale: insieme a Shiraz e Mourvèdre costituisce il classico blend GSM, divenuto celebre nella Valle del Rodano. Anche se in quantità più contenute sono presenti diverse varietà europee quali Tempranillo, Nebbiolo, Montepulciano e Petit Verdot. Tra i vini bianchi si trovano poche ma straordinarie eccellenze a base di Riesling e di Chardonnay delle Adelaide Hills o della Limestone Coast. Date le dimensioni della regione vitivinicola, il clima e la topografia variano notevolmente da un'area all'altra, così come l'altitudine che può andare da quasi il livello del mare a Langhorne Creek fino ai 600 metri in alcune parti della Piccadilly Valley sulle colline di Adelaide. Ciò non permette di definire con precisione le caratteristiche del suo terroir che può risultare molto vario, anche tra appezzamenti della stessa azienda. L'angolo sud-orientale è più fresco e meno arido di quello più a nord, troppo caldo per la coltivazione di Vitis vinifera. Il clima è moderato dalla presenta di due grandi golfi. Tra il lato orientale del golfo di St. Vincent e il fiume Murray c'è una fascia larga circa 80 km all'interno della quale si trovano i celebri vigneti di Barossa Valley, Eden Valley, Clare Valley e McLaren Vale.
Alto Adige
Vino e tradizione sono un binomio inscindibile nella regione altoatesina. In questo territorio la viticoltura ha origini antiche e l’odierna e molto varia produzione di vino è sostenuta da una secolare tradizione. Questa regione, infatti, era rinomata per i suoi vini già in epoca romana e ancora oggi la produzione vitivinicola conserva un ruolo primario nell’economia della regione, grazie soprattutto a una predisposizione ambientale che consente di mettere la qualità prima di tutto, con una varietà di vitigni difficilmente riscontrabile in altre zone.
Southern Region
Speyside
Szekszard
Szekszard è una regione vitivinicola situata a sud dell'Ungheria non molto conosciuta sulla scena del vino internazionale ma che produce vini rossi piacevoli e fragranti, relativamente ben strutturati da uve Kekfrankos, Kadarka e le varietà tipiche bordolesi: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot; il blend alla base del classico Bikaver, vino reso famoso dalla regione di Eger. Si trova al confine ovest dell'Alföld - la grande pianura ungherese che occupa la maggior parte della più ampia Pianura Pannonica, a circa 160 km dalla costa. Il clima è soleggiato, caldo, secco e continentale: pomeriggi estivi afosi sono seguiti da notti fredde, con considerevoli sbalzi di temperatura. La Pianura Pannonica è circondata da vaste catene montuose, le Alpi a ovest, le Alpi Dinariche a sud e i Carpazi a nord e a est, che la proteggono da influenze climatiche provenienti dal Mar Mediterraneo o dal Mar Nero. Oltre a produrre vini rossi Szekszard è anche terra di vini bianchi, realizzati principalmente a partire da uve Riesling Italico o Weslchriesling e Chardonnay che si distinguono per una bassa acidità e un carattere delicato, speziato e legnoso dovuto al tempo trascorso in botti di rovere ungherese. Vengono prodotti occasionalmente, nei mesoclimi più freddi, vini leggeri a base di Chardonnay e Sauvignon Blanc.
Tasmania
Tennessee
Texas
Tokaj
Tokaj, precedentemente nota con il nome di Tokaj-Hegyalja, è una regione vitivinicola dell'Ungheria che si è conquistata un'alta reputazione internazionale grazie alla fama dei suoi vini dolci simili a nettari, un prodotto talmente stimato da essere citato anche all'interno dell'inno nazionale ungherese. Situata a nord-est vicino al confine con la Slovacchia, copre un'estensione di circa 40 km. I suoi principali centri di produzione sono le città di Mad, Tarcal e Tokaj, da cui la regione prende il nome. Il clima è relativamente caldo, protetto dalla catena montuosa a profilo crescente dei Carpazi. I suoli sono molto vari, con argille vulcaniche nelle parti più alte dei pendii collinari e strati di loess e altri suoli di origine sedimentaria a ricoprire il basamento. Vicino alle rive del fiume Bodrog prevalgono i suoli sabbiosi, specialmente intorno alla città di Tokaj. Le varietà d'uva con cui si producono i vini Tokaji sono Furmint, Harslevelu, e Muscat Blanc (Sárga Muskotály in ungherese). Furmint, che domina il blend, ha una acidità naturalmente elevata e alti livelli di zucchero che garantiscono un potenziale di invecchiamento fenomenale, oltre a un profilo aromatico gradevolmente speziato diverso da ogni altro vino passito dolce. Il Tokaji è ottenuto per mezzo di uve botritizzate (aszú), ossia coperte dalla muffa nobile Botrytis cinerea che disidrata gli acini, concentrando gli zuccheri e lasciando un caratteristico aroma di caprifoglio. La dolcezza dei vini Tokaji botritizzati viene espressa in puttonyos. Un puttonyo è un grande cesto utilizzato per la raccolta delle uve: il numero di puttonyos aggiunti a una botte da 136 litri di vino base costituisce una misura tradizionale della dolcezza del vino. Oggigiorno tale dolcezza viene espressa in grammi di zucchero per litro, con 3 puttonyos corrispondenti a 25 grammi su litro, il contenuto di zucchero più basso, fino all'Eszencia, con 800 grammi su litro, il quale è talmento dolce e così poco alcolico da non essere considerato nemmeno un vino. Tokaji produce anche vini non botritizzati i quali stanno pian piano ottenendo maggior popolarità. Da quando l'Ungheria ha imposto norme stringenti sulla produzione dei vini Tokaj, ci sono state diverse dispute legali concernenti l'utilizzo del nome in quando Tokay è il nome utilizzato da sempre come sinonimo di Pinot Grigio, in Alsazia, e in Friuli viene anteposto tradizionalmente il prefisso Tocai alla varietà Friulano.
Tottori
Trentino
Il Trentino Alto Adige è una regione famosa a livello internazionale per l’eleganza dei suoi vini, in cui la viticoltura ha origini antiche, che risalgono addirittura alla civiltà degli Illiri, presenti sul territorio prima dell’arrivo dei Romani. La viticoltura ebbe un grande rilancio nel periodo medievale grazie alle abbazie, che producevano il vino raccogliendo le uve dai piccoli viticoltori (la storia continua ancora oggi in realtà come Abbazia di Novacella). In Alto Adige c’è oggi uno degli atenei più qualificati d'Europa, la scuola di San Michele all’Adige, famosa perché qui per la prima volta fu testata l'azione dello zolfo contro l'oidio. Questa regione, con una produzione di quasi 1.400.000 di ettolitri, presenta 10 diverse DOC, 6 IGT e nessuna DOCG ed ha un clima particolarmente favorevole alla viticoltura grazie anche agli influssi dei venti Peler e Ora che rendono più miti le temperature della Valle dei Laghi, permettendo alle uve Nosiola di asciugare perfettamente nei graticci e vinificare un ottimo Vino Santo, e della Valle Isarco, in cui i grandi Riesling riescono a raggiungere l’eccellenza. Vino rosso trentino Il vino rosso trentino è conosciuto soprattutto grazie al Teroldego Rotaliano, il rosso autoctono famoso grazie a Elisabetta Foradori. Altri vini rossi locali del Trentino Alto Adige sono il Lagrein, adatto a lunghi invecchiamenti ma anche alla vinificazione in rosato, la Schiava, presente nelle varianti Schiava grigia, Schiava grossa e Schiava gentile, e il Pinot Nero, che ha trovato nella zona di Egna-Ora uno dei territori ad esso più vocati e in Franz Haas uno dei più famosi produttori. I vini rossi altoatesini sono caratterizzati da grande eleganza e mineralità, profumi fruttati e ricchi e una buona longevità. Nella sola zona trentina è diffuso anche il Marzemino, noto per essere il vino del Don Giovanni di Mozart, e utilizzato per vini rossi, spumanti e vini rosati. Uno dei produttori trentini più premiati e interessanti è senza dubbio Tenuta San Leonardo, che con i suoi blend a base di Cabernet Sauvignon e Merlot è riuscito a ottenere vini in grado di sfidare i grandi Bordeaux. Vino bianco trentino Il vino bianco trentino ma soprattutto altoatesino è famoso per i vini nati da uve aromatiche come il Gewürztraminer, il Moscato Giallo e l’autoctono Kerner, ma in Trentino Alto Adige danno ottimi risultati anche i grandi vitigni internazionali come lo Chardonnay, il Sauvignon Blanc, il Sylvaner e il Pinot Bianco. Tra i principali produttori si trovano sia grandi cantine cooperative come Colterenzio, Terlano e Abbazia di Novacella sia piccoli produttori indipendenti come Manni Nössing e Köfererhof, con vini ideali per il consumo immediato, come l’Omnes Dies, accanto a grandi cru perfetti per invecchiamenti anche importanti, come il Quarz di Terlano e i vini della linea Praepositus di Novacella. Per quanto riguarda le uve autoctone trentine abbiamo la Nosiola e il Manzoni Bianco, quest’ultimo che dà vita a vini longevi e ricchi. A quanto ammonta la produzione di vino in Trentino Alto Adige? La produzione di vino in Trentino Alto Adige ammonta a circa 1400000 ettolitri l’anno Quali sono i migliori vini del Trentino Alto Adige? Tra i migliori vini del Trentino Alto Adige abbiamo sicuramente quelli di Terlano, come il Quarz e il Nova Domus. Quali sono i migliori vini rossi del Trentino Alto Adige? Tra i migliori vini rossi del Trentino Alto Adige non possiamo non annoverare il San Leonardo, il rosso trentino pluripremiato in grado di competere con i grandi Bordeaux.
Toscana
I vini toscani sono, con quelli del Piemonte e del Veneto, i vini italiani più famosi al mondo: grandi eccellenze come il Brunello di Montalcino, i Bolgheri (in primis il Sassicaia Bolgheri Doc) e i Supertuscan hanno fatto conoscere l’eccellenza del made in Italy nel mondo. In Toscana il Sangiovese e le uve autoctone sono protagoniste accanto ai vitigni internazionali come Cabernet e Merlot, in un territorio che come nessun altro sembra nato apposta per produrre vini eccellenti. Se una leggenda diffusa al tempo dei Medici narrava che Noè con la sua arca sbarcò in Toscana e vi piantò la prima barbatella di vite, quel che è certo è che in Toscana la tradizione vitivinicola è così antica che, a differenza di altre regioni, supera i romani ed i greci e arriva fino alla civiltà degli etruschi. Il vino rosso toscano? Non può mancare in una cantina ben fornita. I vini rossi toscani sono i vini rossi da invecchiamento per antonomasia: il Brunello di Montalcino ha una longevità che supera i 20 anni, e grandissime sorprese in questo senso riservano anche il Nobile di Montepulciano e il Carmignano, denominazione meno conosciuta ma di antica tradizione, nata dall’unione del Sangiovese con il Cabernet Franc portato in Italia da Caterina De’ Medici. Vino rosso toscano è però sinonimo anche di convivialità, con il Chianti in tutte le sue sfumature, dal tradizionale fiasco fino alle bottiglie magnum in cassetta di legno delle gran selezioni, e soprattutto con il Morellino di Scansano, selvaggio Sangiovese della Maremma. Ultimi ma non meno importanti altre piccole denominazioni come il Sant’Antimo Doc, il Rosso di Montalcino e il Montecucco, in cui il Sangiovese è e rimane il vero protagonista. Alcuni produttori, infine, si sono cimentati in Toscana con il più maledetto dei vitigni, il Pinot Nero, ottenendo risultati decisamente interessanti. Vini bianchi toscani: una realtà meno conosciuta tutta da scoprire In Toscana vi è un solo bianco toscano DOCG: la Vernaccia di San Gimignano. Nato da uve autoctone, si dice che il vino che taglia e punge fosse il preferito del più grande genio fiorentino: Michelangelo Buonarroti. Numerose poi le denominazioni DOC e IGT, che vedono primeggiare il Vermentino, affinato in acciaio o in legno, a fianco di vitigni internazionali come lo Chardonnay e il Sauvignon. Il Trebbiano toscano è un altro vitigno largamente diffuso, che unito alla Malvasia dà vita al famoso Vin Santo, nelle sue varie e preziose declinazioni dorate come Vin Santo del Chianti Classico e Vin Santo Occhio di Pernice. Qual è il vino toscano più pregiato? Il rosso toscano più famoso, il Chianti Classico, lega un’antica leggenda al suo principale simbol, il gallo nero. Si narra infatti, che le città di Siena e Firenze dovessero decidere i confini territoriali facendo incontrare due cavalieri, partiti entrambi al canto del gallo, bianco per i senesi e nero per i fiorentini. I fiorentini, ben più scaltri, tennero il loro gallo nero a stecchetto, chiuso in gabbia, nei due giorni precedenti la gara e il povero animale, in preda al panico, aperta la gabbia uscì subito per cantare, anche se era piena notte. Questa partenza anticipata rispetto all’alba consentì a Firenze di stabilire il confine della propria provincia a ridosso della città di Siena, dov’è ancora oggi, nel cuore del territorio chiantigiano. Qual è il vino rosso toscano DOCG più longevo? Il vino rosso toscano DOCG più longevo è senza dubbio il Brunello: riesce infatti ad evolvere in cantina anche per più di 20 anni sviluppando profumi straordinari e diventando così uno dei migliori vini rossi da meditazione del mondo. Qual è il migliore vino bianco toscano da abbinare ai piatti a base di pesce? Il vino bianco toscano migliore da abbinare ai menu di pesce è sicuramente il Vermentino che, nato dai vigneti accarezzati dalle brezze marine, riesce a esaltare i piatti di mare grazie ad una naturale sapidità e freschezza. Provare per credere!
Umbria
L’Umbria, piccola regione da sempre identificata come il cuore verde d’Italia, è caratterizzata da una produzione vitivinicola limitata dal punto di vista quantitativo, ma di qualità eccellente. Qui sono ancora vive le antiche tradizioni contadine, che danno vita a vini dal forte legame con la secolare tradizione e il territorio. Numerosi ritrovamenti archeologici testimoniano come già gli Etruschi e gli Umbri fossero impegnati nella viticoltura, ancor prima dell’arrivo dei Romani. Questa lunga storia enologica è strettamente legata alle caratteristiche climatiche e geografiche della regione, che con i suoi colli rappresenta un territorio ideale per la coltivazione della vite.
Valencia
Vayots Dzor
Veneto
Il Veneto è una terra di antiche tradizioni vitivinicole, che vanta oggi in Italia il primato per la produzione di vini DOC. La produzione vinicola della regione si qualifica non solo attraverso il più vasto e variegato panorama di vigneti e vini, dai bianchi ai rossi, dagli spumanti ai passiti, ma anche grazie a una forte vocazione alla qualità, con ben 14 Vini DOCG, 28 Vini DOC e 10 Vini IGT. Gran parte del Veneto, per caratteristiche climatiche e morfologiche, è zona di coltivazione di ottime uve; la viticoltura è praticata sia nella zona pianeggiante, molto ricca di corsi d’acqua, che sulle fasce collinari, che presentano un clima mite e terreni fertili. Con i suoi 78.200 ettari vitati è sicuramente una delle regioni più interessanti, soprattutto per la varietà dei vini ivi prodotti, dai grandi rossi di Valpolicella come Amarone e Ripasso, ai bianchi profumati e intensi come il Soave e il Lugana (denominazione che condivide con la Lombardia) fino al Prosecco nelle sue varie declinazioni, dall’Asolo DOCG al Cartizze. Vino rosso veneto Il vino rosso veneto è conosciuto in tutto il mondo grazie all’Amarone della Valpolicella. Questo vino rosso ottenuto da uve sottoposte ad appassimento si colloca tra i grandi rossi italiani, e per le sue caratteristiche di longevità e struttura è spesso uno dei vini più ambiti dai collezionisti. In Valpolicella esiste però anche il Valpolicella ripasso (ottenuto con il riposo sulle fecce dell’Amarone), e il Valpolicella classico e superiore. Non lontano, troviamo il Bardolino, più fruttato e di facile beva, amato soprattutto oltreconfine. In Veneto sono presenti anche uve non autoctone, come ad esempio sui Colli Berici, dove sono di casa Cabernet Sauvignon e Merlot, accanto al curioso vitigno locale Tocai Rosso, affine al Cannonau o al Grenache. Risultati interessanti, infine, si ottengono dal vitigno Carmenere e soprattutto dal Raboso, che dà vita ad un ottimo vino rosso e ad un passito degno di nota. Vino bianco veneto Il vino bianco veneto ha avuto successo grazie alla denominazione Lugana (in comune con la Lombardia), eccellente vino bianco dai profumi complessi, che risulta interessante anche per l’invecchiamento. Grandissima importanza ha rivestito anche la denominazione Soave e Gambellara, in cui i vini bianchi hanno reso famosi produttori come Pieropan. Tra i vitigni bianchi di interesse ci sono senza dubbio la Vespaiola, con cui si produce il vino passito Torcolato di Breganze, ma anche il Moscato giallo, che nei Colli Euganei origina il Moscato Fiori d’Arancio DOCG, uno spumante dolce dai profumi golosi. Vino bianco in Veneto significa però soprattutto Glera, con una produzione di Prosecco in continua crescita, che ha visto recentemente l’uscita del nuovo Prosecco rosé, nato da Glera e Pinot Nero. Qual è il miglior vino rosso veneto? L’Amarone della Valpolicella è senza dubbio il miglior vino rosso veneto, e si colloca tra i migliori vini italiani grazie alla sua longevità, che gli consente di invecchiare in cantina fino anche a 20 o 30 anni al pari del Barolo e del Brunello. Qual è il miglior abbinamento per il vino veneto bianco? Il vino bianco veneto è ricco di profumi e normalmente non ha molta acidità, per questo è adatto ad essere abbinato a pesci di fiume ma anche a piatti a base di uovo o arricchiti da salse con erbe aromatiche e besciamella. Provate ad esempio ad abbinare il Soave alla pasta alla carbonara o il Lugana ad una trota alla mugnaia, sarà un successo! Quali sono i produttori di vini più famosi del Veneto? I produttori di vini più famosi del Veneto sono senza dubbio quelli della Valpolicella, come Quintarelli, Masi, Bertani, ma anche Tommasi, Dal Forno e Allegrini. Non mancano però i nomi di spicco anche nella denominazione Soave, come Pieropan.
Victoria
Virgin Islands
Wachau
Piccolo ma importante distretto vinicolo del nord dell'Austria, il Wachau è una delle regioni più famose e rinomate al mondo, conosciuta per i suoi generosi Riesling affinati in acciaio e i Grüner Veltliner di buon corpo dal caratteristico aroma di pepe. Wachau si estende lungo il fiume Danubio sino alla città di Krems-an-der-Donau che costituisce anche il centro da cui sviluppa il commercio. La maggior parte dei vigneti sono terrazzati, situati su ripidi pendii che si affacciano sul fiume, in una posizione favorevolmente esposta ai raggi del sole. Il clima si suddivide in due zone: una più fredda dovuta alla presenza delle Alpi Orientali, a ovest, e una più calda in prossimità della pianura pannonica. Nel complesso il clima è di tipo continentale, con estati calde e inverni freddi, anche se lungo le rive del Danubio il clima è più mite. Il suolo si contraddistingue per una buona presenza di sabbia, ghiaia e loess, a cui si aggiunge a volte uno speciale tipo di gneiss chiamato gföhler che conferisce una certa mineralità ai vini della regione.
Western Australia
Western Cape
Western Cape, o Capo Occidentale, è la casa di alcune delle più famose regioni vitivinicole del Sudafrica: Stellenbosch e Paarl. Produce un'ampia varietà di vini: i freschi, corposi e audaci rossi da uve Shiraz e Pinotage, gli eleganti rossi dall'alto potenziale di invecchiamento realizzati a partire da Cabernet Sauvignon o da blend bordolesi, i vini della Walker Bay a base di uve Pinot Nero e Chardonnay caratterizzati da uno stile che richiama quello della Borgogna e i Sauvignon Blanc che si originano nei climi freddi di Darling e Overberg. Le aree vitate si estendono per 300 km, da Cape Town alla foce del fiume Olifants a nord e per 360 km fino alla baia di Mossel a est I vigneti sono collocati generalmente mai a più di 160 km dalla costa: il clima può essere fresco e piovoso, come a Cape Point e nella Walker Bay, ma il più delle volte è di natura mediterranea. Nell'entroterra si avverte l'influenza del Grande Deserto del Karoo. La regione del Western Cape è disseminata di spettacolari catene montuose che formano la cintura di Cape Fold, di estrema importanza per la viticoltura in quanto contribuisce a definire terreni e mesoclimi ottimali per la vite. Granito, scisto e arenaria sono i tipi di suolo predominanti ma non mancano terreni alluvionali argillosi lungo i letti dei fiumi Breede, Berg e Olifants. Gli oceani circostanti, Atlantico e Indiano, giocano un ruolo molto importante sul clima della regione, agendo attraverso le rispettive correnti di Bengula e di Agulhas. I primi vigneti furono piantati nel XVII secolo da parte dei colonizzatori europei: Stellenbosch deve il suo nome al colonizzatore Simon van der Stel. Le viti devastate dalla fillossera nel XIX secolo sono state sostituite da varietà molto produttive come il Cinsaut. Dopo aver prodotto per un certo periodo unicamente brandy e vini fortificati, il Sudafrica riprese in maniera significativa la produzione di vini fermi e spumanti dopo l'Apartheid.