whisky: distillato dal sapore autentico
Il Whisky è considerato il più nobile tra i distillati di cereali. Gli intenditori amano sorseggiarlo liscio o con l'aggiunta di qualche goccia di acqua pura, per esaltarne il sapore.
Una delle principali differenze tra le diverse tipologie di Whisky risiedono nel cereale impiegato per la sua produzione. Possono, infatti, essere utilizzati cereali quali orzo, mais, segale, avena e frumento.
Altri fattori importanti sono: l’acqua impiegata per l’ammostamento, la zona e le tecniche di produzione, il legno delle botti e le modalità di invecchiamento.
Le origini di questo distillato sono state a lungo contese tra Scozia ed Irlanda. In realtà, né l'una né l’altra possono affermare il proprio primato. Lo stess nome nasce dal gaelico “uisge beatha”, traduzione del latino "acqua vitae", che nel XVIII secolo con la pronuncia inglese divenne usky e poi whisky.
Le tipologie più importanti sono il Whisky ottenuto solo da malto ricavato dall’orzo, da cui si ricava il Whisky di Malto, denominato Single Malt. La versione ricavata da mais ed avena è il Grain Whisky, meno complesso e strutturato del primo. Il Whisky cosiddetto blended è, quindi, il risultato ottenuto dalla miscela di distillati di cereali diversi.
Quali sono i migliori Whisky?
In Scozia, il mondo del Whisky si esprime in tutte le sue forme e ogni tipologia ha le proprie peculiarità. La maggior parte dei Whisky scozzesi si caratterizza per la dolcezza del malto e la secca aromaticità della torba. A questo sentore affumicato più o meno spinto, si somma anche quello dato dal passaggio in botte.
Ogni zona di produzione, però, influisce nel carattere del Whisky: nell’isola di Islay si produce un distillato dalle note iodate e salmastre, secco e pungente. Qui vengono prodotti gli Whisky Lagavulin, tra i più famosi al mondo.
Nelle Highlands risultano più complessi e corposi, avvolgenti e con un amabile sentore affumicato. Il tutto accentuato dal fatto che le botti utilizzate per l'invecchiamento sono spesso prima utilizzate per l'invecchiamento dello Sherry. Tra i maggiori produttori della zona, spicca sicuramente Aberfeldy.
Il Whisky prodotto nella zona di Islands sono molto affumicati e torbati, con note iodate e salmastre come il Talisker. Nello Speyside si producono whisky più morbidi e dolci, come gli Whisky The Glenlivet.
In Irlanda, il distillato prende il nome di Whiskey Irlandese. Sono più attivi i profumi dell’orzo, la morbidezza del malto e gli aromi ottenuti nella fermentazione in botte di rovere. Tra i maggiori produttori, il famosissimo Whiskey Jameson e The Busker.
Negli Stati Uniti il Whiskey si è diffuso grazie agli emigrati europei che portarono le tecniche di fermentazione e distillazione ai tempi della scoperta dell’America.
Ad oggi, i prodotti più rinomati sono il Rye Whiskey, il Corn Whiskey ottenuto dal mais; il Bourbon Whiskey, prodotto da una miscela di mais. Questo prende il nome della Contea del Kentucky Whiskey, o di Tennessee Whiskey, se, oltre ad essere prodotto nello stato omonimo, è stato filtrato in carbone d’acero.
Infine, nonostante la somiglianza al distillato scozzese, il Whisky giapponese ha aromaticità e profumo più sfumati e delicati, che lasciano spazio a quella del malto. Tra i produttori più rinomati, si annoverano Nikka Whiskey e Matsu Whiskey.
Qual è la differenza tra Whisky e Scotch?
Una delle differenze fondamentali tra Schotch Whisky e Whiskey risiede nella zona di produzione. Mentre il primo è prodotto solo in terra scozzese, il secondo ha origini irlandesi ma viene prodotto anche in molti altri paesi quali Giappone, USA ed Italia.
Un'altra differenza risiede nel metodo di produzione.
La produzione di uno Scotch Whisky prevede come materia prima una miscela di granoturco e altri cereali macinati, con una piccola quantità di orzo maltato. I cereali vengono essiccati in forni a torba, acquisendo classici aromi affumicati.
Il mix viene poi cotto ad una temperatura di 140°, che fa sciogliere l'amido contenuto nei cereali dando origine ad un mosto di malto, chiamato wort.
Con l’aggiunta dei lieviti si avvia il processo di fermentazione in cui gli zuccheri si trasformano in alcol. Al termine della fermentazione si forma un liquido a bassa gradazione alcolica, il “wash” che subirà il processo di distillazione all'interno dei distillatori denominati "coffey still".
Per gli Scotch Whisky si prevede una prima distillazione in un primo alambicco, alla quale segue una seconda distillazione continua in alambicchi di rame. La loro peculiare forma influenza il carattere del Whisky, per questo molte distilleria tendono a mantenere e utilizzare negli anni i propri alambicchi originali.
Il Whiskey, invece, viene prodotto con l'utilizzo di orzo non maltato. I cereali vengono essiccati in forni chiusi. Non venendo a contatto con i fumi, quindi, mantengono aromi morbidi.
Inoltre, il processo produttivo prevede un tripla distillazione non continua. Questa porta il prodotto ad ottenere una gradazione alcolica più alta rispetto alla versione scozzese, gradazione poi corretta diluendo il Whiskey.
Queste differenze produttive rendono, di media, lo Scotch Whisky meno corposo e più economico rispetto all'Irish Whiskey e agli altri Whiskey.
Perché si beve l'acqua con il Whisky?
Il primo passo per una corretta degustazione di Whisky è usare il bicchiere giusto. Tra le tipologie consentite, quelli da distillati classici, a tulipano, a pera o addirittura quelli chiusi. Occorre dunque un bicchiere che mantenga gli aromi a lungo e faciliti il processo di degustazione convogliando i profumi su una superficie più stretta.
Il Whisky si serve e si beve liscio e a temperatura ambiente. Alcuni associano un bicchiere di acqua fresca a parte, utile anche per ripulire naso e bocca in fase di degustazione e assaporare al meglio il bouquet.
L'esame gustativo si effettua con un primo sorso, corto, da trattenere per qualche secondo in bocca. Si procede poi con sorsi più lunghi, alternandoli con un po’ di acqua.
Un passaggio consentito in questa fase è quello di aggiungere alcune gocce di acqua nel bicchiere di Whisky, per aprire il bouquet di aromi ed esaltare l’essenza.
Per non inficiare sugli aromi del distillato è invece vietato utilizzare il ghiaccio, perché snatura e riduce la ricchezza tanto dei profumi quanto del sapore.
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