Salento
L'IGT Salento può essere utilizzata per la produzione di vini bianchi, rosati e rossi. Il Salento è una delle zone del sud Italia più interessante e vocata per la viticoltura. Il clima mediterraneo, caldo e ventoso, mitigato dalle brezze del mare e i terreni di matrice calcareo-argillosa, si sono rivelati ideali soprattutto per la coltivazione dei vitigni a bacca rossa.
I vini Salento IGT devono essere prodotti con uve di vitigni idonei alla coltivazione nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto e iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino. Il disciplinare prevede inoltre la possibilità di indicare in etichetta il nome del vitigno, se il vino è realizzato con almeno l’85% delle uve menzionate. I vitigni più coltivati sono: Negroamaro, Aleatico, Bianco d’Alessano, Impigno bianco, Malvasia nera di Lecce, Malvasia nera di Brindisi, Moscatello selvatico, Primitivo, Susumaniello.
Il Salento è una delle zone vitivinicole d'Italia che vanta una lunga tradizione nella produzione di vino rosato, che trae la sua origine dall'antica tecnica di vinificazione "a lacrima" risalente al tempo dei Romani, che consisteva nel lasciare lacrimare le uve nel forum vinarium prima della pigiatura, raccogliendo e vinificando separatamente il pregiatissimo mosto fiore che ne fuoriusciva.
Non a caso dal Salento proviene il più famoso vino rosato italiano: il Five Roses di Leone de Castris, il primo rosato a essere imbottigliato e commercializzato in Italia nel 1943.
Introdotto nella regione nel XII secolo dagli Angioini, il Fiano è il vitigno bianco che si appresta a divenire un altro ambasciatore della Puglia enoica e che nel Salento ha trovato una perfetta acclimatazione, divenendo la varietà a bacca bianca più coltivata insieme allo Chardonnay e all'autoctona Verdeca.